Intervista #22 – Nykyo

#VenerdìIntervista #Intervista #Venerdì #LeggiamoItaliano #SkyeConsiglia

Bentornati amici e amiche al venerdì in cui sfidiamo voi autori a mettervi in gioco con le nostre domande. Questa volta abbiamo acchiappato al lazzo una amica direttamente da Tempo di Libri a Milano. Conosciamola un pochino in più, insieme al suo romanzo. 😉

NYKYO

Ciao Nykyo, benvenuta sull’isola di Skye. Grazie per averci dato l’occasione di conoscerti e porgerti qualche domanda. Iniziamo…

Chi sei? Ciao! Sono Nykyo, o almeno questo è il mio pseudonimo fin dalla prima volta che ho pubblicato un racconto a livello amatoriale. Ho quarantadue anni appena compiuti, un marito adorabile, una bimba che è la mia gioia e la testa piena di trame e personaggi che non vedono l’ora di popolarle.

Quando te lo si chiede tu dai una risposta standard. Se dovessi osare, che cosa risponderesti a noi? Quando mi chiedono: “Quindi scrivi?” la mia risposta standard è: “Ho questa passione” e non mi sbilancio più di tanto, perchè purtroppo viviamo in un mondo in cui c’è ancora una notevole chiusura mentale riguardo al genere romantico, specie se del tipo M/M. Quando vedo che posso osare, come in questo caso, la mia risposta è: “Scrivo romanzi a tematica romantica con protagonisti omosessuali e spero di continuare a farlo a lungo, perchè è qualcosa che amo fare e che mi ha sempre fatta sentire me stessa”.

La tua paura più grande in questo momento qual è? In questo sono decisamente una mamma e la mia risposta è influenzata dal fatto di avere una figlia. Ho paura di non riuscire a trasmetterle tutto ciò che vorrei e non parlo solo di educazione e valori, ma anche del piacere di imparare sempre cose nuove, della curiosità che tiene vivi, dell’apertura mentale. So che come genitore sono tutto fuorché infallibile, quindi ci provo con particolare impegno.

Descrivi te stesso attraverso:

un colore: Rosso.

un profumo: Vaniglia e ambra.

un fiore: Girasole.

un animale: Sicuramente il gatto, anche perché riesco a essere nottambula ma anche dormigliona.

un luogo: La mia isola, la Sardegna.

un libro: Il Signore degli Anelli.

una canzone: Don’t worry be happy.

Ti è mai capitato di attraversare un periodo in cui ti sentivi smarrita? Come hai fatto a superarlo? Più d’uno. Ho cercato di riflettere per capire come venirne fuori, ho chiesto aiuto, quando da sola non ce la facevo, anche se a volte non è facile, e ho sempre usato le mie passioni, quella per la scrittura prima fra tutte, per sostenermi, ricaricarmi e costruirmi uno spazietto tutto mio in cui avere pace.

La tua vita reale, il tuo lavoro, i tuoi passatemi e la tua famiglia come influiscono sulla tua scrittura? Non tantissimo a livello di ispirazione, anche se l’ispirazione va spesso a braccetto con la vita vera. Più che altro influiscono a livello logistico. I passatempi non tanto, ma gli impegni familiari di sicuro: devo sempre destreggiarmi per riuscire a fare tutto, di conseguenza scrivo soprattutto di notte o mi ritaglio momenti in cui farlo quando mi capita di essere sola a casa. Il lavoro al momento mi impegna meno di quanto vorrei, ma influisce comunque e purtroppo in senso negativo. Sono avvocato e nel mio ambiente ammettere che si è anche scrittori, almeno di un certo genere, è praticamente impossibile.

Chi ti sta intorno conosce questo tuo lato? Come si approcciano con la te scrittrice? Le persone che più mi sono care lo sanno. Mio marito mi ha sempre appoggiata e incoraggiata in ogni modo e così anche le mie amiche più care. Con gli altri, per i motivi di cui ho parlato nella risposta precedente, tendo a non iniziare nemmeno il discorso.

Se potessi parlare con la te stessa del passato, quanto indietro andresti e cosa le diresti? Tornerei indietro a quando avevo quattordici anni e direi questo alla me stessa di allora: So che ora sei spaventata e che ti senti veramente vulnerabile e sola, come non ti era mai successo prima nella vita, ma credimi quando ti dico che sei a un passo dal trovare i tuoi migliori amici, il primo amore, la voglia di sognare e quella di spaccare il mondo. Alcune cose, però, non miglioreranno e tu non potrai farci nulla, ma ti renderanno la persona che sono io oggi e vedrai che alla fine non ti dispiacerà affatto.

Spesso nella scrittura c’è un’impronta che ci distingue dalla “massa”. Nella tua quale pensi sia? Direi la tendenza all’introspezione e a una certa ironia di fondo che non manca mai, nemmeno quando scrivo cose più drammatiche.

Quello che hai scritto fino a oggi, ha un filo conduttore? Cosa accomuna tutte le tue opere? Il lieto fine. Suona buffo, forse, ma è così. Ho la tendenza a torturare un po’ (a volte un sacco) i miei personaggi, ma nel finale devo saperli felici.

Dopo aver pubblicato Sogno di una notte, che progetti hai? Sto lavorando a due cose molto diverse tra loro. Una è un po’ meno romantica (almeno nel senso tradizionale del termine) e incentrata su un mistero, l’altra è una storia d’amore che si svolge nell’Inghilterra degli anni ’30.

Sei una lettrice? Quali generi prediligi? Da quando sono mamma ho molto meno tempo per leggere, ma resto una lettrice nel cuore e quando ho tempo sono capace di divorare un libro in una notte. Non ho preferenze di genere. O meglio, amo particolarmente fantasy, fantascienza e M/M, ma ho sempre pensato che le distinzioni in generi troppo spesso vengano usate con una connotazione negativa.

C’è un libro che rileggeresti mille volte? Ce ne sono almeno tre: L’isola del tesoro, Il Signore degli Anelli e Via col vento.

Ti viene chiesto di incoraggiare un autore a diventare self… cosa gli diresti? Sinceramente, non ho mai sperimentato quel tipo di pubblicazione e, comunque, non credo di essere all’altezza di dare chissà quale consiglio agli altri, ma in generale se un autore è promettente cerco di incoraggiarlo sempre a provarci, che sia come self o inviando i suoi lavori a una casa editrice.

Un argomento spinoso attuale è l’uso di uno pseudonimo per pubblicare un genere diverso. Tu lo faresti? Io ne uso uno a prescindere, in effetti, per i motivi che ho già spiegato rispondendo a un paio di altre domande. Perché no?

Hai trovato la leggendaria Lampada Magica. Quali sono i tuoi tre desideri? Che mia figlia abbia un futuro sereno e felice. Continuare a scrivere fino a novant’anni. Un tre alberi con tanto di equipaggio con cui fare il giro del mondo.

Che rapporto hai con gli animali? Li adoro e ho una passione in particolare per i gatti. Sono gattofila nell’anima.

Adesso parliamo un po’ del tuo libro…

Titolo: Sogno di una notte.

Genere: romance, contemporaneo, all’incirca sportivo, M/M

Pagine: 175.

Formato: ebook (in ogni formato compatibile con un lettore)

Dove lo si può acquistare (links): http://www.triskellrainbow.it/prodotto/sogno-notte-nykyo/

Dicci in non più di dieci righe di cosa parla.

Il’ya è un giovane fotografo sportivo freelance con un amore spiccatissimo per l’hockey e il balletto e un’antipatia viscerale per il pattinaggio artistico sul ghiaccio. In apparenza cinico, sarcastico e con una propensione per gli uomini dal fisico massiccio e molto mascolino, durante una serata in discoteca Il’ya si ritrova suo malgrado stregato da un misterioso ragazzo androgino che sembra un folletto. Puck, come Il’ya finirà per ribattezzarlo, lo trascinerà dritto dentro un “sogno” da cui alla fine della notte Il’ya avrà ben poca voglia di svegliarsi. Ma sarà vero che gli incantesimi delle fate svaniscono sempre all’alba?

Com’è nata l’idea che ha dato vita a Sogno di una notte? La primissima bozza è nata come omaggio a una cara amica che sapevo avrebbe apprezzato tematica e personaggi. Da lì si è sviluppata intorno all’idea del misterioso ragazzo androgino capace di stregare anche chi si è sempre creduto immune a quel tipo di fascino.

Com’è nato il titolo? Dalla somiglianza tra uno dei due protagonisti e un folletto, nello specifico al Puck di Shakespeare, e dal fatto che il racconto si svolge nell’arco di circa 24 ore.

Perché la gente dovrebbe leggere il tuo libro e, come pensi che questa storia possa cambiare il mondo e le persone? Perché racconta di come nella vita ci facciamo tanti preconcetti e poi magari basta una sola notte per spazzarli via tutti.

Dubito che il mio libro cambierà il mondo, ma spero che possa far riflettere i lettori e anche mostrare loro uno scorcio su alcune realtà e su uno specifico mondo che per certi versi è ancora molto più chiuso di quel che sembra.

È il tuo libro di esordio o hai già pubblicato qualcos’altro? È il mio romanzo di esordio e devo ringraziare la Triskell per aver creduto in me e avermi dato la possibilità di pubblicarlo.

Perché proprio il genere romantico M/M? Perché mi piace scrivere d’amore e di sentimenti forti e perché ho una predilezione innata per l’M/M.

Il personaggio principale di Sogno di una notte è? È un essere umano o una creatura fantastica? Descrivicelo con 3 aggettivi. Il personaggio principale si chiama Il’ya ed è un fotografo sportivo che per arrotondare fa anche il paparazzo. È umano e innamorato di un umano, anche se non fa che paragonarlo a un elfo. In tre parole Il’ya è ironico, (un po’) cinico, irriverente.

Durante la trama di consuetudine che il protagonista evolva. Se lo fa, in che modo avviene? Sia pure in un lasso di tempo brevissimo, Il’ya evolve parecchio, a modo suo. Lo fa nel senso che il suo incontro con Puck non solo gli scrolla di dosso più di un preconcetto (a iniziare con quello di non poter mai provare interesse per un uomo androgino) ma sgretola una parte importante delle sue ciniche convinzioni sul al fatto che l’amore in fondo non gli interessa più di tanto.

Vive una storia d’amore? Vive il preludio di quello che potrebbe essere l’amore della vita e che, nelle mie intenzioni di scrittrice che ha già in mente il seguito, in effetti lo diventerà.

Se una mattina lui/lei si svegliasse del sesso opposto quale sarebbe la prima cosa che farebbe? Se Il’ya una mattina si svegliasse donna sarebbe uno schianto di rossa sensuale e penso che ne approfitterebbe per creare un qualche scandalo e fare uno scoop di quelli che valgono una fortuna. In fondo non ha mai negato di avere un lato molto materialista.

Se si svegliasse animale (o se è un animale se si svegliasse uomo) cosa sarebbe e come reagirebbe? Se mai Il’ya fosse un animale sarebbe un cane. Blatera e blatera su che personaccia inaffidabile sia, ma quando tiene a qualcuno la sua lealtà è a prova di bomba e il suo desiderio inconscio di proteggere e rendere fiere le persone che ama è immenso, che lui lo ammetta o meno.

Quale sarebbe la prima cosa che ti direbbe se vi incontraste faccia a faccia? “Dovevi proprio farmi fare quella specifica figura da perfetto imbecille? Grazie, eh. Me ne ricorderò!”

Perché hai scelto di ambientare la tua storia proprio a Mosca? Perché in Russia gli sport che cito ed il balletto sono particolarmente importanti e amati e perché mi consentiva di trattare, anche marginalmente, la tematica dell’omofobia e di farlo in una maniera un po’ particolare.

Secondo te, parlando di libri fantasy, quando incide la creazione di un mondo nuovo in una storia? Non mi sono mai cimentata con il fantasy, ma se parliamo di quello classico direi tantissimo. Un mondo originale e credibile, con una atmosfera particolare e immediatamente riconoscibile è la base imprescindibile di un buon fantasy di quel tipo.

Oltre a scrivere Sogno di una notte, ti sei cimentata nella promozione da sola? Hai fatto il book trailer, delle immagini con degli estratti, delle card o un blog tour? Sì e no. Ho una pagina autore, che cerco di tenere sempre aggiornata, e mi piace pasticciare con i banner contenenti piccoli estratti, ma non ho mai realizzato né un book trailer (non ho le capacità tecniche) né un blog tour e avendo pubblicato con una casa editrice ho il vantaggio di averla alle spalle anche per quanto riguarda la promozione del libro.

Se ti venisse offerto un servizio di promozione del tuo libro, cosa vorresti che fosse? I blog tour mi hanno sempre affascinata.

Oltre alla te scrittrice c’è un’altra forma d’arte che ti ispira? Suoni, dipingi…? Ogni tanto prendo in mano una matita e butto giù qualche schizzo, ma non sono una disegnatrice e negli anni mi è successo sempre meno spesso.

Hai un blog? Se sì ti va di dirci dove e di cosa tratta? Nessun blog, solo una pagina autrice su Facebook sulla quale vorrei pian piano parlare non solo del libro appena uscito ma anche dei progetti futuri.

Sei una rilettrice di bozze/editor/revisore? Non mi è mai capitato di rivestire uno di questi ruoli in via ufficiale per un libro, ma ho comunque una buona esperienza al riguardo perché mi è capitato spesso di dare una mano a revisionare scritti amatoriali.

Quanto ti sei fatta aiutare da chi ti circondava per vedere realizzato Sogno di una notte? Ho avuto la fortuna di poter contare su un gruppo di amiche entusiaste, ma anche dotate di senso critico, che mi hanno sostenuta per tutto il tempo e che sono state preziosissime durante la stesura del libro.

E-book o Cartaceo? Adoro il cartaceo ma l’E-book è una comodità irrinunciabile. Per questo, anche se amo l’idea di vedere il mio libro in edizione cartacea, non mi sono mai posta problemi riguardo alla sua pubblicazione come E-book.

Su cosa sei solita scrivere? Uso esclusivamente il pc, anche per prendere appunti. Lo trovo più immediato, più comodo. Inoltre sono mancina e per me scrivere a mano alla lunga diventa stancante. E non parliamo delle macchie di inchiostro…

Hai qualche rito particolare che fai prima di iniziare a scrivere, ad esempio ascolti della musica? Ascolto sempre musica mentre scrivo e tendo a scegliere il tipo di musica in anticipo, in modo di ritrovarmi dell’umore giusto ed entrare nell’atmosfera di ciò che sto scrivendo.

Come è nata la cover? La cover è stata creata dalla mia editrice e io la trovo stupenda, anche perché è nata da un dialogo, da uno scambio di considerazioni molto piacevole e interessante, tra me e la persona che l’ha realizzata. Il risultato finale è una copertina che è esattamente come la volevo.

Ti va di regalarci qualche notizia sulla tua prossima pubblicazione? Non posso parlare di nuove pubblicazioni perché sto ancora scrivendo e lavorando ai progetti di cui vi ho già parlato, ma posso dire che uno di questi è il seguito di Sogno di una notte.

Condividi con noi una frase, che convinca anche il lettore più reticente ad acquistare il tuo libro….

Solo per una notte, che male c’è? In fondo lui è Puck il folletto, è il sogno di una notte per antonomasia. Questa notte il sogno è il mio.

 

Pubblicato da lisoladiskyeblog

Blog Letterario che promuove e pubblicizza autori italiani di ogni genere nato nel 2015