Intervista 19# – Snee Dronningen

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Benvenuti visitatori de “L’isola di Skye” nella rubrica del VENERDI. #venerdìintervista. Oggi conosciamo e parliamo con un’autrice che ci delizierà con una favolosa avventura nel mondo creato da lei.

Ciao Snee, benvenuta sull’Isola di Skye. Grazie per averci dato l’occasione di conoscerti e porgerti qualche domanda. Iniziamo dalle domande di rito…

– Chi sei? Snee Dronningen

– Quando te lo si chiede tu dai una risposta standard. Se dovessi osare, che cosa risponderesti a noi. Che sono una pessima persona da frequentare, ma non da leggere.

– La tua paura più grande in questo momento qual è? Non riuscire a scrivere un altro romanzo come Lo Scrigno.

– Descrivi te stesso attraverso:

un colore: Blu scuro

un profumo: Carta stampata

un fiore: Narciso

un animale: Cobra

un luogo: L’Antartide

un libro: Lo scrigno di Adymair, ovviamente [;)]

una canzone: Inverno di De Andre’ (cliccare per ascoltare)

– Ti è mai capitato di attraversare un periodo in cui ti sentivi smarrita? Come hai fatto a superarlo? Quando lo avrò superato, prometto che vi informerò. 

– La tua vita reale, il tuo lavoro, i tuoi passatemi e la tua famiglia come influiscono sulla tua scrittura? A volte mi rendo conto che a stare ferma dietro la tastiera per settimane mi inaridisco, o mi perdo in circoli viziosi come un criceto che corre a vuoto sulla ruota. Quindi in questo caso una boccata, spesso forzata, di vita reale, aiuta. Ma principalmente gli impegni esterni, come il lavoro, contribuiscono a farmi sentire in colpa per il tempo che rubo per la scrittura. A volte mi sembra di devolvere una quantità di energie colossale per quello che alla fine è un hobby, anche se il più inebriante e appassionante che conosca. E allora mi sento in colpa, e infantile, e la voglia di scrivere passa.

– Chi ti sta intorno conosce questo tuo lato? Come si approcciano con la te scrittrice? Prima che pubblicassi il mio libro, lo sapevano in pochi. In genere erano, direi, sorpresi, non tanto quando scoprivano che scrivevo, ma quando leggevano quel che scrivevo. [è capitato anche a noi]

– Se potessi parlare con la te stessa del passato, quanto indietro andresti e cosa le diresti? Non frequentare Lettere.

– Spesso nella scrittura c’è un’impronta che ci distingue dalla “massa”. Nella tua quale pensi sia? Credo che sia la mia passione per l’introspezione, che è insolita nel panorama fantasy. [pensa… anche noi vorremmo fare un fantasy introspettivo ;)]

– Quello che hai scritto fino a oggi, ha un filo conduttore? Cosa accomuna tutte le tue opere? Sicuramente il pessimismo. Non ho mai scritto qualcosa che non avesse un fondo di amarezza.

– Dopo aver pubblicato “Lo scrigno”, che progetti hai? Tornare a scrivere.

– Sei una lettrice? Quali generi prediligi? Leggo assolutamente di tutto, purché di buona qualità. Sulla qualità sono molto, molto schizzinosa.

– C’è un libro che rileggeresti mille volte? Ce ne sono diversi, ma nei momenti di difficoltà rileggo sempre Via col vento.

– Ti viene chiesto di incoraggiare un autore a diventare self… Cosa gli diresti? Non saprei. Non credo che lo incoraggerei a diventare self, se avesse la possibilità di pubblicare con una casa editrice. Si toglierebbe dalle spalle quel macigno che è l’auto promozione.

– Hai trovato la leggendaria Lampada Magica. Quali sono i tuoi tre desideri? Scrivere divinamente e a velocità supersonica. Diventare un vampiro. [l’ultimo ci piace]

– Che rapporto hai con gli animali? Adoro i gatti. I cani li preferisco a qualche metro di distanza. [e i lupi? parlaci di come ti approcci con i lupi!]

Parliamo adesso un po’ del tuo libro…

Titolo: Lo Scrigno di Adymair

Genere: Fantasy, forse

Pagine: 776 (ricordiamo che è la saga completa)

Formato: Cartaceo e e-book (kindle)

Dove lo si può acquistare (links): https://www.amazon.it/Lo-scrigno-Adymair-saga-completa-ebook/dp/B01CSB5H88/ref=sr_1_1?ie=UTF8&qid=1465222421&sr=8-1&keywords=lo+scrigno+di+adymair

– Dicci in non più di dieci righe di cosa parla.

Copincollo la sinossi di Amazon. Mi perdonerete se sforo le 10 righe, ma 776 pagine di trama non si lasciano riassumere facilmente neanche in 20. [Solo perchè è una cosa eccezionale]

C’erano una volta, in un mondo lontano, Conti e maghi, elfi e cavalieri. Ma anche cose davvero stupefacenti. Un uomo indossa gli occhiali. Un altro adopera un cannocchiale. Qualcuno preme un interruttore e la luce elettrica viene accesa per la prima volta. È la Confraternita la madre di queste novità. La Confraternita osteggia i privilegi di cui godono i nobili, esige la redistribuzione delle ricchezze e si oppone a ogni forma di disuguaglianza, inclusa quella garantita dalla magia; attraverso la tecnica e il progresso scientifico, persegue il bene dei più e dei deboli, e per questo è odiata e temuta. Un giorno, in una tranquilla cittadina costiera, due sorelle, Eirien e Finduen, sono testimoni dell’omicidio di un alto prelato dell’ordine. Non si tratta di un caso, tantomeno del gesto isolato di un oppositore. È solo la prima tappa di un grande disegno, l’inizio della lotta per impadronirsi del potere sconfinato di un antico nemico, il potere definitivo e assoluto, il potere la cui sola esistenza minaccia di distruggere tutto ciò che la Confraternita ha costruito nei secoli. Loro malgrado, Eirien, Finduen e i loro amici, il giovane mago Atelmor e il vecchio bibliotecario Pheswan, si troveranno trascinati in un conflitto che va molto al di là delle loro semplici vite. Tra alleati insospettabili e nemici inaspettati, tra maschere e raggiri, tradimenti e conversioni, invenzioni e rivelazioni, tra teaser e incantesimi, i nostri si troveranno a fronteggiare la desolante solitudine di compiere delle scelte, perché niente è come sembra e a nessuno sarà concesso di restare neutrale, almeno finché non verrà svelato il contenuto dello Scrigno di Adymair. 

– Perché la gente dovrebbe leggere il tuo libro e, come pensi che questa storia possa cambiare il mondo e le persone? E’ difficile convincere le persone a imbarcarsi nell’impresa di leggere un libro così lungo. Però non ho mai parlato con una persona che lo abbia letto da cima a fondo e che sia rimasta delusa. Credo sia una buona garanzia, oppure un buon pretesto per smentirmi. Quanto al resto, non pretendo certo di cambiare il Mondo, né le persone.

– È il tuo libro di esordio o hai già pubblicato qualcos’altro? Il primo che pubblico (ovviamente non il primo che scrivo).

– Perché proprio il genere fantasy? Credo che il fantasy dia l’opportunità di mettere i personaggi in situazioni straordinarie, eccezionali, come non capitano nella vita di tutti i giorni. Mi interessava approfondire il lato psicologico di tutto ciò. Che cosa prova e pensa un individuo in circostanze estremamente dolorose, spaventose, sorprendenti?

– Il personaggio principale de “Lo scrigno” è ? È un essere umano o una creatura fantastica? Descrivicelo con 3 aggettivi. Non c’è un personaggio principale, direi che ce ne sono tra i quattro e i sei.

– Durante la trama di consuetudine che il protagonista evolva. Se lo fa, in che modo avviene? Credo che tutti i personaggi principali si trovino costretti a rispondere alla domanda: per che cosa sono disposto a vivere? E per cosa sono disposto a morire?

– Vive una storia d’amore? Con chi? Qualche storia d’amore potrebbe esserci.

 

– Perché hai scelto di ambientare la tua storia proprio a Adymair? E’ stato facile: l’ho inventato, quindi aveva tutti i perfetti requisiti.

– Secondo te, parlando di libri fantasy, quando incide la creazione di un Mondo nuovo in una storia? La maggior parte dei fantasy, oggi, sono ambientati nel nostro mondo, magari in epoche diverse. Non credo che la creazione di un mondo secondario sia fondamentale per tutte le storie. Per la mia ovviamente lo era.

– Oltre a scrivere “Lo scrigno”, ti sei cimentata in altre forme. Hai fatto il book trailer, delle immagini con degli estratti, cartine, etc… Le cartine sono oscene, perché disegno malissimo.

– Quando ti sei fatta aiutare da chi ti circondava per vedere realizzato il tuo progetto? Ho chiesto aiuto ad altri self perché sono completamente impedita per tutto ciò che riguarda l’impaginazione.

– E-book o Cartaceo? Io leggo solo cartacei, ma mi rendo conto che il mio libro ha un prezzo davvero conveniente in versione e-book (2,99 x 776 pagine non si trovano ovunque). Io mi sono comprata il cartaceo. Non costa molto, se si considera la sua lunghezza, ma, appunto, è lungo: e bisogna considerare i costi di stampa. [è il problema principale di tutti i self]

– Su cosa sei solita scrivere? Solo al PC, su word. Cambio spesso carattere.

– Come è nata la cover? Il concept è mio, la cover di un’artista che ammiro moltissimo, Mala Spina.

– Ti va di regalarci qualche notizia sulla tua prossima pubblicazione? Top secret.

– Condividi con noi una frase, che convinca anche il lettore più reticente ad acquistare il tuo libro….

« Non è mai stupido fare la cosa giusta. Non è neanche troppo intelligente. Non ci vuole molto a riconoscerla, la strada giusta. La questione è se per te le altre strade sono percorribili, oppure no. Nel secondo caso, non hai alternative. Anche se rischi di finire nei guai, proprio come adesso »

 

Pubblicato da lisoladiskyeblog

Blog Letterario che promuove e pubblicizza autori italiani di ogni genere nato nel 2015