RECENSIONE per AURORA NARDONI

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L’Isola di Skye ritorna per un altro anno di anteprime di libri per farvi conoscere nuovi autori di talento e le loro nuove uscite. Scrittrici e scrittori italiani auto-pubblicati o di speciali Case Editrici con cui siamo felici di collaborare. Tutto e sempre solo per i lettori amanti della buona lettura di qualsiasi genere: qui sul blog, ma anche su Facebook e Instagram. Adesso non ti resta quindi che seguirmi per tenerti sempre informato sulle ultime uscite e scoprire con me la tua prossima lettura.

In questo post tocca a me parlarvi di un fantasy che ho letto in super anteprima per voi.

IL FIGLIO DELL’OBLIO

di

AURORA NARDONI

TITOLO: Il figlio dell’oblio

SERIE: Vol.1 Le terre di Narwain (di 4)

AUTRICE: Aurora Nardoni

Genere: Fantasy

Numero pagine: 560 circa

Editore:

Data di pubblicazione:

Prezzo ebook:

Prezzo cartaceo:

Disponibile in ebook, cartaceo o…

***

COSA NE PENSO?

Se dovessi riassumere questo libro in una parola sarebbe: PROFEZIA

Quella che segue, ci tengo a ripeterlo ogni volta, è sempre e solo la mia opinione. Io leggo i libri che -malauguratamente per voi- capitano nella mia casella di posta e ci provo a raccontarvi quello che mi hanno trasmesso senza spoilerare troppo le parti salienti; perché continuo ad essere dell’idea che la migliore occasione per avere un’opinione su un libro è leggerlo!

Rieccomi qui, amici per raccontarvi di un libro che ho avuto l’enorme fortuna di leggere in super anteprima grazie alle mie innumerevoli e notevolissime conoscenze 😉

Mettetevi comodi quindi perché oggi vi porterò a fare quattro passi per le “Terre di Narwain” inventate dalla testolina ingegnosa di Aurora Nardoni; sarà un bel viaggetto, lungo e articolato perché questa storia è lunghetta ve lo dico… alla fine avremo tra le mani ben 4 volumi principali e almeno uno spin-off.

E voi direte: e a noi che ci frega? Beh, ormai mi conoscete, io se è una saga bella lunga preferisco saperlo per tempo, poi non so voi, ma almeno mi preparo ad affezionarmi a tanti personaggi invece che solo a due.

Detto ciò però parliamo di cose serie: è un fantasy di tipo epico, questa era facile da capire, ma Aurora studia un universo in cui l’ambientazione non è unica e stabile, ma molto più articolata e complessa. C’è anche la mappa per non farci perdere a metà strada.

Da una parte infatti avremo la storia di Ghedys, figlia di un Capo Clan nordico con una tipica ambientazione norrena-medievale, con guerrieri mascolini e pieni di testosterone, in cui la famiglia è la base e il fondamento di tutto e in cui se l’uomo dice una cosa –peggio ancora se è il Re del fiordo– quella deve essere. Una civiltà in cui a sedici anni a primavera il tuo sposo deve lottare in un’arena per guadagnarsi la possibilità di chiedere la tua mano… e Ghedys ha sedici anni. Oltre a lei in questa parte del fiordo c’è Arenn il suo gemello e la sua numerosa famiglia capitanata dal padre Uldred Spezza Lama; ma non solo c’è un’infinità di personaggi abilmente caratterizzati da Aurora, che a ognuno assegna caratteristiche uniche eppure fortemente legate al Clan a cui appartiene. I Frantuma Ghiaccio distaccati e dai colori freddi, i ruvidi Spacca Scudi, i Manto D’Orso aggressivi e guerrafondai etc… etc… a margine di questo stuolo di forzuti guerrieri, fanno la loro belle presenza personaggi avvolti nella misticità della religione come le Sacerdotesse – in cui è arruolata anche la sorella maggiore di Gedhys-,  la Veggente, l’anziana del villaggio e l’unica persona che pare saper usare la magia e avere un contatto con gli dei e per finire un bizzarro personaggio zoppicante e poco avvezzo alle chiacchiere di nome Valdr, che senza dubbio nasconde un bel segretuccio sotto al mantello.

Di questa parte il più detestabile, a parte la figura del padre-padrone-re-guerriero- è certamente Kjartan il giovane a cui Gedhys è promessa in sposa. Ma allora che senso ha l’area se lei sa già a chi andrà in moglie ed è il più detestabile di tutti i giovani in età da sposarsi? Perché la tradizione va rispettata. E a sedici anni una ragazza può decidere il suo futuro seguendo le parole di una “profezia”, scovare il coraggio dentro di sé, oppure sottostare alle rigide regole della sua gente.

Né Gedhys, né suo fratello gemello Arenn sono disposti a sottostare alle regole ferree del genitore e faranno di tutto per ribellarsi e adempiere al loro destino, seguendo in un certo modo le gesta della nonna. Figura che appare nel prologo ma che ahimè poi scopriamo essere passata a miglior vita, dato che la storia ha un salto di vent’anni.

Cosa succederà ai gemelli? Come sarà il loro futuro? Cosa succederà nell’arena?

Beh, questo dovrete scoprirlo leggendo, ma la Veggente e Valdr sanno già che i veri problemi non sono chi sposa chi durante il primo giorno di primavera…

Seguì un lungo momento di silenzio.

«Sapete!» esordì Valdr. «Ho notato la somiglianza con Sidgred dal primo momento che vi ho vista.»

«Le somiglio solo nell’aspetto. Nemmeno se impiegassi gli anni migliori della mia vita potrei mai eguagliare mia nonna.»

Valdr si lasciò andare a una breve risata. «Chissà! magari il vostro destino non sarà dissimile dal suo.»

Scossi la testa mentre sfregavo via la sporcizia dalle dita. «Ne dubito! Mio padre mi ha destinata al matrimonio, non alla guerra né tantomeno a imprese eroiche.»

«Sono curioso di vedere chi sarà l’uomo che si mostrerà tanto degno da conquistarsi la mano di sua figlia.»

Ma il bello è che tutto questo è solo metà della trama che Aurora ci ha imbastito con ingegno per questo secondo volume, perché la storia si svolge su due piani di ambientazione per distaccati per una buona parte del volume e se la prima è quella di Gedhys ed è nordico-vichinga, la seconda è quasi l’opposto.

Ecco che quindi in contrapposizione con il freddo, ma soleggiato fiordo, la famiglia unita, i clan e la vita a stretto contatto con la Natura dove erbe, lagno, mare e terra sono gli elementi predominanti, si frappone L’ISOLA CREPUSCOLARE, i CACCIATORI e un’ambientazione molto più gotica dove rega la nebbia, il fango e l’ossidiana.

Qui conosciamo una storia di persone sole, destinate a vivere per sconfiggere la morte, ma in primo luogo esseri che respirano e sopravvivono grazie a forze oscure e magia che risiede in oggetti magici: le gemme di Vaya.

Il protagonista è Vreman, che è anche lui giovane, ma già da tempo è un guerriero, è solo e conosce la morte e l’arte di togliere la vita a esseri spaventosi usciti direttamente dall’Inferno. Anzi qui si parla di “oltre la barriera” e di un essere chiamato Azrhan. La madre di Vreman è infatti Farida una dei Custodi dell’Ordine e ha iniziato il suo pargolo a questa vita fin da subito.

Ovviamente nemmeno qui Vreman è solo, ha un gruppo di “amici” che lo seguono nelle sue missioni: Torek, Kalàn, Mellar, Yrsa e Morwen quest’ultima in modo particolare è qualcosa di molto simile alla sua donna, anche se niente è facile se si è un Cacciatore e se per giunta sei il figlio di una Custode.

Questa parte è carica di tinte scure e pesanti come fango che ti inghiotte e edifici neri dalla base fino alle guglie della Chiesa, soffocante e senza dubbio piena di malvagità, tanto quanto la parte di Gedhys per la maggior parte è aria aperta, colori naturali e mare e boschi.

Ma allora come si uniscono? Come possono due personaggi così diversi incontrarsi e proseguire in un percorso comune?

Ebbene, un modo c’è e Aurora lo scova e ce lo fa scoprire in modo sottilmente malvagio:

La vecchia Volma alzò lo sguardo su di me e nei suoi occhi lessi un velo di paura. La vista di quella faccia spiritata mi terrorizzò. «Il sentiero che dovrai percorrere sarà irto di insidie e paure, bambina.»

Il mio cuore sembrò arrestarsi improvvisamente ma mi sforza di mantenere la calma.

«Colui che porta il segno del corvo ti mostrerà la via e sarà per te fonte di speranza, ma anche di un grande dolore» rispose la Veggente, con uno sguardo che in realtà sembrava fissare il vuoto. «La strada che gli dèi hanno tracciato per te, ti porterà lontano, oltre il calore della tua casa, oltre le mani amorevoli di tua madre e le braccia salde dei tuoi fratelli, oltre la terra che tuo padre cercherà di tenere unita con l’inganno, mentre forze oscure spaccheranno il fragile equilibrio sul quale Narwain poggia.»

«Le tue parole sono oscure, Maadr Voiniv» provai a dirle confusa. «Cosa mi succederà?» la implorai.

«Dalla terra dell’albero sacro giungerà un potere a te destinato e con esso Jorgenar sarà mondata» continuò la Veggente, ignorando ancora le mie domande. «Il corvo ti condurrà su sentieri che nemmeno Sidgred in persona ha mai percorso, ma se non fai attenzione rischierà di distruggerti.»

Per concludere e non farla troppo lunga, quindi, vi dirò che Aurora nonostante sia alla sua prima pubblicazione ci propone un romanzo complesso, ricco di contenuti vari e ben studiati e non si perde in lunghe descrizioni per spiegarci quell’aspetto o quell’altro, ma fa si che siano i personaggi e gli eventi a parlare per lei, dimostrando così una buonissima partenza. La fine poi è ovviamente aperta a presagirci un secondo volume al pari del primo dove troveremo altri ambientazioni e molti altri personaggi e problemi da risolvere, perché si chiude con una lettera tra Farida e un personaggi che per ora non conosciamo.

Ma quindi ve lo consiglio?

Assolutamente sì, soprattutto se:

Cercate una storia che non debba per forza svolgersi in un’unica realtà, se vi piacciono i punti di vista alternati e due personaggi che partono da lontano per poi incontrarsi. Se vi piace l’ambiente norreno, vichingo, gotico, medievaleggiante, magico o vi basta che sia un fantasy di stampo epico; se una storia può avere pezzi che vanno dalla passeggiata nel bosco alla lotta nell’arena fino alla morte e che si intervalla tra realtà “normali” a quelle piene di magia fin quasi a scoppiare.

Se vi piace leggere di giovani che scoprono l’amore qualunque esso sia, che crescono, si battono per essere sé stesi, che sbagliano e che deludono i genitori perché possono anche fallire.

Cercatelo e leggetelo se vi piacciono le storie dove il personaggio si comporta da scemo, ma che è coraggioso, o che crede di non esserlo e poi scopre che sotto sotto ha i geni giusti. Se volete leggere una storia che rappresenta la vita di una famiglia anzi più di una, dove ci sono società basate su regole diverse, Mondi inventati, culture svariate e poi tutto si collega a una Capitale che sta collassando.

Ma soprattutto sceglietelo se volete leggere un fantasy con temi tipici del genere ma che porta le caratteristiche del prototipo moderno; leggetela AURORA NARDONI e la Saga delle TERRE DI NARWAIN- IL FIGLIO DELL’OBLIO in modo particolare se se siete legati a storie che coinvolgono famiglie, rapporti personali e personaggi magici e non che si mischiamo a demoni, spade, incantesimi e preveggenze. Ma senza ombra di dubbio dovete dare un’occasione a Aurora se amate l’ambiente fantasy con il viaggio e la ricerca di uno o più oggetti magici come tema da sviluppare.

LE TERRE DI NARWAIN- IL FIGLIO DELL’OBLIO dovrebbe proprio essere la vostra prossima lettura se avete scovato almeno un motivo qui sopra, o magari no ma vi piacciono i fantasy italiani.

Io ovviamente vi ricordo che il romanzo è in vendita su Amazon sia in ebook che in cartaceo ma potete trovarlo anche nello store della …, dopo che avrete cercato e seguito AURORA NARDONI su tutti i social per non perdervi le novità sulle sue prossime uscite.

Per questa volta vi saluto e attendo i vostri commenti.

Pubblicato da lisoladiskyeblog

Blog Letterario che promuove e pubblicizza autori italiani di ogni genere nato nel 2015