L’Orchidea

L’Orchidea

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downloadLe Orchidacee sono una famiglia di piante erbacee perenni appartenenti all’ordine delle Orchidales e i loro fiori sono comunemente chiamati Orchidee.

Alcune Orchidee sono in grado di assorbire dall’acqua presente nell’ambiente le sostanze necessarie alla loro sopravvivenza, tramite le radici aeree, e sono addirittura capaci di nutrirsi assimilando sostanze da organismi in decomposizione.

La gran parte delle Orchidee è originaria della fascia tropicale e sub-tropicalei di Asia, America centrale e Sudamerica.

I fiori di Orchidea si distinguono dagli altri a causa della loro forma, per i loro petali carnosi e vellutati e per l’intenso profumo che emanano.

SIGNIFICATO:

Nel linguaggio dei fiori, il significato del fiore di Orchidea equivale ad eleganza e sensualità ma, grazie alla sua bellezza, non sarebbe possibile non regalarla ad una donna bellissima ed affascinante, tale da suscitare un’autentica ammirazione e una conseguente totale dedizione. L’Orchidea non vuole semplicemente indicare la sensualità ma anche lusso, fascino e passione. Insomma, l’Orchidea è il fiore da regalare quando siete proprio sicuri che la vostra passione sia corrisposta.

DESCRIZIONE: Le Orchidee sono un fiore molto particolare.

I fiori hanno una tipica struttura alata, con un’inflorescenza di tre sepali superiori e tre petali inferiori; uno di questi, detto labello, si differenzia per formato dagli altri in modo da attirare gli insetti impollinatori. Le dimensioni e il colore del labello, unitamente alla forma dello sperone cavo in cui si prolunga la sua base, mutano a seconda delle diverse specie. Ogni fiore possiede organi maschili (androceo) e femminili (gineceo), riuniti in un solo corpo colonnare detto ginostemio, talvolta prolungato in un rostello carnoso. Il polline è agglutinato in masse a forma di clava, che si attaccano mediante la base gelatinosa alla testa degli insetti pronubi, permettendo così l’impollinazione dei fiori successivamente visitati. Quasi tutti i fiori di orchidea al momento dello sviluppo compiono una torsione di 180°, così che il petalo posteriore diviene inferiore e il sepalo anteriore diviene superiore. I sepali e i petali laterali sono quasi sempre uguali tra di loro, mentre il petalo centrale è sempre diverso e può assumere svariate forme.

Le foglie delle Orchidacee sono sempre intere e malgrado la loro natura polimorfa hanno una struttura lineare, che a volte può apparire carnosa e di forma tubolare; spesso alla base si sviluppano degli pseudobulbi, i quali possono assumere forma corta e arrotondata, appiattita ed ovoidale, oppure lunga e cilindrica. Questi sono tutti organi che hanno una funzione di assimilatori di riserva. La disposizione delle foglie è alternata: solo di rado si presentano opposte. Possono presentarsi in coppia oppure solitarie e, a volte, possono anche essere – specie nelle piante che crescono in piena terra – inguainate alla base; possono anche formare delle rosette basali da cui spunta il fiore. Nelle specie saprofitiche (quelle che ricavano nutrimento da organismi in decomposizione) le foglie possono essere ridotte a semplici scaglie.

Anche le radici si differenziano in base alla specie. Le specie tropicali hanno spesso radici aeree carnose o fini, rivestite di un velo radicale detto velamen, che consente alla pianta di assorbire l’umidità atmosferica, che si sviluppano alla base delle foglie o fra di esse, e che possono presentare differenti modificazioni e adattamenti alla vita epifitica o saprofitica. (NDA nei negozio di piante spesso si vedono in vendita orchidee con piccoli vasi di plastica trasparente, con le radici che fuoriescono… eccovi spiegato il perchè!)

Le Orchidaceae europee e mediterranee sono invece, con poche eccezioni, specie terricole, con apparato radicale sotterraneo, costituito da rizotuberi o bulbi, da cui si dipartono radichette o radici filiformi. La forma dei rizotuberi può essere tondeggiante o ovaliforme, o più o meno suddivisa in digitazioni; in alcune specie sono presenti dei veri e propri rizomi, con radici filamentose, in altre possono essere presenti radici coralliformi.

HABITAT: La maggior parte delle specie è originaria delle zone tropicali o sub-tropicali di Asia, America centrale e Sudamerica; solo il 15% di esse cresce spontaneamente nelle zone temperate e fredde. Al di là di questo dato la famiglia può comunque ritenersi cosmopolita essendo diffusa nei cinque continenti, con specie particolari che si estendono da alcuni territori a nord del circolo polare artico, sino alla Patagonia e all’Isola Macquarie, prossime all’Antartide.

Le Orchidee sono in grado di adattarsi ad ogni genere di habitat fatta eccezione per i deserti e i ghiacciai. La maggior parte delle specie tropicali cresce sui tronchi degli alberi o sulle rocce (piante epifite). In Italia ne crescono spontaneamente circa 29 generi, per circa 189 tra specie e sottospecie.

RIPRODUZIONE: La riproduzione delle Orchidaceae può essere sia sessuata che asessuata.
La riproduzione sessuata può avvenire sia per impollinazione incrociata, cioè con trasporto del polline dall’antera di un fiore sullo stigma del fiore di un altro individuo, sia per autoimpollinazione, cioè il polline passa dall’antera allo stigma dello stesso fiore.

La riproduzione asessuata, ovvero senza necessità di fecondazione, può avvenire: per moltiplicazione vegetativa, con formazione di nuovi individui a partire da una suddivisione dei rizotuberi; per apomissia, cioè con produzione di semi fertili senza necessità di fecondazione – tale fenomeno si verifica, per esempio, in alcune specie del genere Nigritella. 

Altra caratteristica biologica importante è la necessità, per completare il ciclo biologico di alcune orchidee, della presenza di una micorriza endotrofica, che collabori in simbiosi per lo sviluppo del loro seme, il quale al momento della dispersione è privo di albume e con embrione appena abbozzato.

COLTIVAZIONE: ( se siete abbastanza abili c’è la farete!) Per la maggior parte piante epifite, le orchidacee sono coltivate in particolare nei paesi tropicali e sub-tropicali. Le specie cosiddette terricole (cioè che crescono su un substrato terroso) possono essere coltivate anche nelle zone temperate ma necessitano però di particolari cure e strutture, come serre caldo-umide.

NdA: un pollice verde degno dell’Incredibile Hulk, luce e poca acqua, che non deve mai ristagnare. E terra argillosa, non quella che compri nel sacco al supermercato!).

CURIOSITA’: Esistono delle “Società specializzate” il cui compito è non solo di essere un punto di riferimento autorevole per gli appassionati e gli studiosi di questo settore, ma anche di premiare gli esemplari più belli. I tre principali metodi riconosciuti a livello internazionale per la premiazione delle orchidee sono:
1) Metodo inglese, la cui sigla è R.H.S. seguito dalla Royal Horticultural Society;
2) Metodo americano, la cui sigla è A.O.S., seguito dalla American Orchid Society;
3) Metodo tedesco, la cui sigla è D.O.G., seguito dalla Deutsche Orchideengesellschaft.

USI TERAPEUTICI:  ( Ma io non sono un medico, non prendetele per oro colato) Sin dall’antichità dai tuberi radicali delle orchidee, bolliti, seccati e polverizzati, si ricava il “salep“, ossia una farina commestibile, una specie di fecola, ricca di amidi, proteine, zuccheri e cumarina, che nella credenza popolare si pensava avesse proprietà contro la infertilità maschile e femminile, proprio per le sembianze conformazionali dei tuberi con gli organi riproduttivi maschili. Si usava anche come emolliente e veniva consigliato nelle infiammazioni della mucosa e nelle diarree infantili. Nella medicina popolare inoltre si credeva che la “scarpetta di Venere” (Cypripedium calceolus) avesse proprietà antispasmodiche.

Ad oggi è stato appurato che i reali poteri terapeutici delle Orchidee sono scarsi o nulli, inoltre si tratta di una famiglia di piante protette a livello internazionale ed in via di estinzione, per cui ne è vietata la raccolta.

Pubblicato da lisoladiskyeblog

Blog Letterario che promuove e pubblicizza autori italiani di ogni genere nato nel 2015

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