LA CAMELIA
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Camellia è un genere di piante della famiglia delle Theaceae, originario delle zone tropicali dell’Asia.
Il nome del genere, scelto da Linneo, deriva dal nome latinizzato del missionario gesuita Georg Joseph Kamel (1661-1706), farmacista e botanico, che per primo importò la pianta dal Giappone.
CARATTERISTICHE: Il genere Camellia comprende piante a portamento arbustivo o ad alberello, sempreverdi, alte in natura fino a 15 m. Le foglie sono semplici alterne, di colore verde più o meno scuro secondo la specie, lucide e coriacee, a volte carnose e provviste di stipole e ghiandole aromatiche, con i margini lisci o crenati, di forma ellittica, lanceolata o oblungo-lanceolata. I fiori sono semplici o doppi di colore bianco, roseo o rosso, privi di profumo o molto profumati; sono piante adatte ai climi temperati e umidi. Teme i geli intensi e prolungati, il ristagno d’acqua può provocare il marciume radicale.
SIMBOLISMO: Il significato più importante attribuito alla Camelia è il sacrificio. E’ un pegno e allo stesso tempo un impegno ad affrontare ogni sacrificio in nome dell’amore. Il significato che gli viene attribuito nel linguaggio dei fiori è il senso di stima e di ammirazione verso qualcuno. Il simbolismo della Camelia è dovuto al portamento e alla disposizione dei petali che risultano essere rigidi e dotati di una certa carnosità. Queste caratteristiche ricordano le persone solide, di spessore, che non vacillano durante il loro cammino, bensì proseguono senza indugi per la propria strada. Quelle, cioè, di cui si pensa che avranno grande successo e ci si aspetta di vederle presto firmare autografi! È una dedica importante tra amici, innamorati e, perché no, anche tra colleghi di lavoro.
ATTENZIONE! La differenza sta proprio nel colore che si sceglie, come in altri fiori, è il colore che dà la differenza di significato!
Camelia rossa: sei la fiamma nel mio cuore.
Camelia bianca: sei adorabile, stima, gratitudine, ammirazione.
Camelia rosa: desiderio di te, mi manchi.
DISTRIBUZIONE: Nelle zone tropicali asiatiche, dalla Camellia sinensis (= C. thea), si ricava dalle giovani foglie la nota bevanda tonificante conosciuta con il nome di tè. Fu introdotta in Nord America dal botanico francese André Michaux attorno al 1890.
In Italia anche se non più coltivata come un tempo, è diffusa nella zona dei laghi prealpini, in alto Piemonte e nell’Italia centro-meridionale e insulare; in condizioni pedo-climatiche ottimali, possono raggiungere dimensioni di oltre 10 m di altezza. In particolare da segnalare in Lucchesia la zona intorno a Sant’Andrea di Compito, frazione del comune di Capannori i cui terreni naturalmente acidi hanno favorito la coltivazione fin dal XVIII secolo. Oggi vi si svolge in primavera la manifestazione “Antiche camelie della Lucchesia”.
COLTIVAZIONE:
La Camelia japonica è pianta subtropicale, ed ama quindi estati piovose ed inverni asciutti; tuttavia è resistente al freddo, sino a -15 °C. Teme il vento freddo (che la dissecca) e il ristagno d’acqua (che fa marcire le radici), per il resto si adatta a qualunque esposizione. Tuttavia, poiché i fiori, soprattutto se chiari e doppi, marciscono sulla pianta, è ideale la penombra.
Coltivato in piena terra, vuole terreno acido od almeno neutro, non ricco.
In vaso può essere coltivata con torba, terra di bosco e foglie, di castagno o d’erica, riparandola in serra d’inverno. Va rinvasata almeno ogni due anni.
Si moltiplica per talea o per innesto su soggetti ottenuti con talea o semina.
Data la crescita molto lenta di queste piante, la potatura deve essere sempre cauta, a meno che non si voglia far ripartire da zero una pianta troppo accresciuta. La potatura di formazione va fatta subito dopo la fioritura, selezionando tra i nuovi getti quelli che si vogliono tenere, lasciando almeno una gemma. La potatura di pulizia può essere fatta in qualunque stagione.
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Io mi sto innamorando di sto blog!! Bellissima scheda!
Grazie! 😉 Io adoro questo argomento, trovo sia una cosa orribile che al giorno d’oggi sia praticamente sconosciuto
Le camelie bianche sono una meraviglia! <3 le amo perché assomigliano un po' alle rose (i miei fiori preferiti). Bella scheda, molto interessante.
Le camelie somigliano sì alle rose e come loro hanno molteplici significati in base al colore che si regala 😉
Per fortuna sono tutti positivi!
[…] Rimasta sola con Sebastian, Galena si alzò dal letto visibilmente arrabbiata. – Che diavolo ci fai qui?- Affrontò il licantropo, fino a fermarsi di fronte a pugni stretti. – Ho visto un’ombra, mi sono preoccupato.- Sebastian rimase immobile, imperturbabile. – Cosa sei, un guardone? Perché eri qui fuori?- Lo affrontò seria, fermandosi davanti a lui, sconcertata. – Io passo sempre qui fuori la sera.- Sebastian continuava a sfuggire il suo sguardo, quasi ascoltasse i rumori esterni. – Sempre?- Galena era leggermente sorpresa da quella rivelazione. – Sì! Le fate non sono le uniche che sentono il pericolo aleggiare… e io sono l’alfa, ho il diritto e il dovere di proteggere il mio branco.- Ancora la stessa espressione assente, anche se, nel momento in cui lui spostò lo sguardo vi colse un’ ombra di vera preoccupazione. – Ti sfugge solo che io non sono un membro del tuo branco.- Incrociando le braccia, Galena cercò di restare arrabbiata con lui. – Hai ragione, sei la mia donna!- Quelle parole, dette così seriamente, le fecero mancare la terra sotto i piedi, mentre lui le puntava gli occhi addosso. – Oh no, non se ne parla! Non ho lasciato la Bretagna per andare a infilarmi nella stessa situazione!- Il panico la colse e si allontanò dal licantropo. – Chi era?- Sebastian la inchiodò con lo sguardo e si avvicinò con fare minaccioso. – Chi?- Si ritrovò a boccheggiare con le spalle al muro. – Quello che hai lasciato in Bretagna! È quello dei fiordaliso, vero? Rispondimi, Galena!- Fu rapido a capire, mentre lei sperava che non desse i numeri, la possibilità che lui si arrabbiasse la terrorizzava. – Mmmh.- Il Grimorio diceva che un licantropo geloso è pericoloso, quindi cercò una via di fuga. – Questo tizio ha pretese su di te?- Galena tornò a prestargli attenzione, mentre lui, con le braccia incrociate, la osservava, gli occhi puntati addosso.- o dei diritti?- Galena cercò di mentirgli, ma venendolo studiarla in quel modo, gli concesse un pezzo di verità. – No!- – Ma sa che sei qui sola e indifesa!- A questa domanda annuì e colse un leggero cambiamento nell’umore dell’uomo. – Non sono indifesa!- Galena provò a protestare, poi lui inclinò la testa di lato e lei non resistette. – Va bene, sì! Lo sa!- Non capiva perché era incapace di mentirgli. – Bene! Così, se si azzarda a mettere piede sull’isola, posso sbranarlo.- Sebastian si voltò per uscire dalla stanza dopo averle risposto, pareva talmente serio che Galena non dubitava che l’avrebbe ucciso. – Sebastian!- Lo chiamò allarmata. – Cosa?- Sebastian si fermò a guardarla. – Niente!- Il licantropo emise un ringhio basso e seducente, senza smettere di guardarla. – Dimenticavo, ti ho preso un mazzo di fiori, sono in cucina.- e sparì nel buio della casa. Galena a piedi nudi lo seguì, ma non lo trovò da nessuna parte e non sentì nessun rumore. In cucina, adagiato sul ripiano, trovò un mazzo di camelie rosa chiaro profumatissime e, annusandole, si sentì in colpa. CAPITOLO SUCCESSIVO >> SCOPRI IL FIORE […]
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