Intervista #40 – Roberto Ottonelli

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Bentornati amici e amiche al venerdì in cui sfidiamo voi autori a mettervi in gioco con le nostre domande. 😉

ROBERTO OTTONELLI

 

Ciao Roberto, benvenuto sull’isola di Skye. Grazie per averci dato l’occasione di conoscerti e porgerti qualche domanda. Iniziamo dalle domande di rito…

– Chi sei?Sono un ragioniere programmatore, ho svolto per anni volontariato presso realtà a contatto con minori in difficoltà e da un paio d’anni sono diventato papà affidatario insieme a mia moglie, un’esperienza molto intensa che ci ha rivoluzionato l’esistenza, anche se non tornerei mai indietro.

Quando te lo si chiede tu dai una risposta standard. Se dovessi osare, che cosa risponderesti a no? Più di tutto mi sono sempre interessato alle vicende umane, forse ho un po’ lo spirito da crocerossina! E’ in qualche modo da coloro che vengono considerati gli ultimi che ho imparato di più. Poi so di avere anche un lato inquieto, come penso ciascuno di noi. L’importante è riconoscerlo e saperlo gestire…

La tua paura più grande in questo momento qual è? L’idea che le persone a me care possano non star bene, soffrire per questioni di salute o di altro tipo. E’ qualcosa contro cui non si può, alle volte, combattere ad armi pari.

Descrivi te stesso attraverso:

un colore: nero o rosso, dipende dai momenti (e non solo dalla mia fede calcistica)

un profumo: mio figlio dice sempre che mi devo mettere il profumo, ma lo faccio solo in occasioni speciali.

un fiore: il girasole

un animale: il mio cocker, Mia

un luogo: New York

un libro: Le ceneri di Angela

una canzone: Sally

Ti è mai capitato di attraversare un periodo in cui ti sentivi smarrito? Come hai fatto a superarlo? Sì, almeno due volte, durante la separazione dalla mia ex moglie e quando ho scoperto la malattia. In entrambi i casi ho trovato dentro di me risorse che non sospettavo di avere. Forse mi ha aiutato anche il mio lato ironico, che mi aiuta a prendere con un sorriso anche eventi che sarebbero catastrofici.

La tua vita reale, il tuo lavoro, i tuoi passatemi e la tua famiglia come influiscono sulla tua scrittura? Molto, nel senso che c’è sempre qualcosa di me e di chi mi circonda in ciò che scrivo.

Chi ti sta intorno conosce questo tuo lato? Come si approcciano con il te scrittore? Sì, tutti sanno che scrivo, anche perché quando mi accade una cosa bella tendo ad attaccare i manifesti, ma non penso che qualcuno si possa ritenere di essere uno spunto per un mio personaggio.

Se potessi parlare con il te stesso del passato, quanto indietro andresti e cosa gli diresti? Sono dell’idea che siamo anche il nostro passato, giusto o sbagliato che sia stato. Rifarei tutti i miei errori, anche perché col senno di poi siamo tutti fenomeni!

Spesso nella scrittura c’è un’impronta che ci distingue dalla “massa”. Nella tua quale pensi sia? Penso che sia la ricerca del personaggio, del suo lato interiore, della sua caratterizzazione che può avvicinare il lettore alle sue vicende.

Quello che hai scritto fino a oggi, ha un filo conduttore? Cosa accomuna tutte le tue opere? E’ forse appunto vivere in qualche modo dall’interno quello che viene considerato “il mostro”, un’etichetta che troppo spesso fa comodo.

Dopo aver pubblicato, che progetti hai? Di crescere e migliorarmi.

Sei un lettore? Quali generi prediligi? Penso che chiunque abbia la velleità di scrivere non possa che leggere. Non ho generi preferiti, diciamo che non sono troppo per fantasy o romanzi rosa.

C’è un libro che rileggeresti mille volte? No, preferisco leggerne sempre di nuovi.

Ti viene chiesto di incoraggiare un autore a diventare self… cosa gli diresti? Non è una strada che mi sento di consigliare, pur rispettando chi la percorre. Ho preferito confrontarmi con un editore professionista o lasciare il mio sogno nel cassetto.

Un argomento spinoso attuale è l’uso di uno pseudonimo per pubblicare un genere diverso. Tu lo faresti? Ci ho pensato perché ciò che ho scritto, avendo preso spunto da una vicenda reale tragica e dai risvolti drammatici, poteva portarmi a correre dei rischi. Ma ho preferito metterci la faccia, come sempre.

Hai trovato la leggendaria Lampada Magica. Quali sono i tuoi tre desideri? Non credo molto in artifici magici. Penso di aver realizzato diversi desideri, fra i quali la scrittura, aiutare nel mio piccolo i bambini, viaggiare e scoprire il mondo. Ovviamente non mi sento arrivato, ma preferisco sempre metterci del mio.

Che rapporto hai con gli animali? Ho un cocker da poco più di un anno che non sta mai ferma, lecca senza sosta, ti sveglia all’alba perché vuole giocare, ma ormai fa parte della famiglia!

Adesso parliamo un po’ del tuo libro…

Titolo: Il Diavolo dentro

Genere: Noir

Pagine: 173 (calcolato per Kindle)

Formato: ebook

Dove lo si può acquistare (links): http://delos.digital/9788825402490/il-diavolo-dentro e https://www.amazon.it/gp/product/B071WVH7VH/ref=s9u_simh_gw_i1?ie=UTF8&pd_rd_i=B071WVH7VH&pd_rd_r=H6NS9GRQ8XHRNYJQZBT0&pd_rd_w=jtU2t&pd_rd_wg=Zp98o&pf_rd_m=A11IL2PNWYJU7H&pf_rd_s=&pf_rd_r=T24ZCQA9F7YAR8AB6MXH&pf_rd_t=36701&pf_rd_p=f2a0186f-7d7d-4d97-acfa-3ec766d5d28a&pf_rd_i=desktop

Dicci in non più di dieci righe di cosa parla.

Manuela e Andrea si conoscono in un istituto per minori in un incontro che sembra superficiale e tipico di quell’età. La vicenda umana dei due ragazzini, che nel frattempo percorrono strade differenti, si intreccia con quella di tanti personaggi che conducono Manuela verso l’abisso morale e materiale, incapace di qualsiasi reazione, fino a convincersi di non poter meritare nulla di meglio. Entra a far parte di un gruppo dedito a rituali di ispirazione satanica, che sembra implicato in una serie di nefandezze orribili, da cui non riesce a liberarsi. Il male penetra in profondità nelle anime. Manuela è un essere disilluso e senza speranza, ma, proprio quando tutto sembra perduto, trova, inaspettata, una luce.

Com’è nata l’idea che ha dato vita “Il Diavolo dentro”? Mi sono interessato, ormai una decina d’anni fa, alla vicenda delle Bestie di Satana in quanto uno dei protagonisti, Paolo Ozzy Leoni, abitava a due isolati da casa mia ed era stato compagno di classe della mia ex moglie.

Com’è nato il titolo? E’ una sorta di citazione da “Il corvo”: “Ognuno di noi ha il diavolo dentro e non ha pace finché non lo trova.”

Perché la gente dovrebbe leggere il tuo libro e, come pensi che questa storia possa cambiare il mondo e le persone? Penso che ognuno di noi abbia il dovere, nel suo piccolo, di fare la sua parte, di dare il proprio contributo. Con questo libro ho cercato di raccontare umane sofferenze, in qualche modo l’origine di una violenza che troppo spesso viene derubricata con la follia o qualcosa di lontano da ciascuno di noi. Ecco, può non esserlo.

È il tuo libro di esordio o hai già pubblicato qualcos’altro? Sì, è il mio esordio.

Perché proprio il genere Noir? Perché mi affascina scavare nel lato oscuro.

Il personaggio principale di “Il Diavolo dentro” è? È un essere umano o una creatura fantastica? Descrivicelo con 3 aggettivi. E’ un romanzo corale, perché ogni capitolo è in soggettiva dal punto di vista di un diverso personaggio, ma di sicuro Manuela è la mia protagonista. E’ una ragazza incazzata col mondo, forte, ma tremendamente fragile, alla ricerca di qualcuno che si prenda cura di lei, come ciascuno di noi.

Durante la trama di consuetudine che il protagonista evolva. Se lo fa, in che modo avviene? Di sicuro Manuela cambia, cresce, anche se cade tante volte cerca sempre la forza di rialzarsi fino alla fine.

Vive una storia d’amore? La desidera, ma non posso svelare se riuscirà a portarla a compimento!

Se una mattina lei si svegliasse del sesso opposto quale sarebbe la prima cosa che farebbe? Penso che perderebbe tante delle sue peculiarità.

Se si svegliasse animale cosa sarebbe e come reagirebbe? Forse si sveglierebbe come una tigre per troppo tempo dietro le sbarre.

Quale sarebbe la prima cosa che ti direbbe se vi incontraste faccia a faccia? Penso che mi fisserebbe con gli occhi lucidi e non ci sarebbe bisogno di aggiungere parole.

Perché hai scelto di ambientare la tua storia proprio a Milano? Perché è dove si sono svolti i fatti e perché penso che si debba sempre parlare di qualcosa che si conosce.

Oltre a scrivere, ti sei cimentato nella promozione da solo? Hai fatto il book trailer, delle immagini con degli estratti, delle card o un blog tour? Sto promuovendo il libro attraverso i social, ma non ho realizzato niente di tutto questo. Diciamo che sono più per un approccio diretto, anche se capisco che in alcuni casi possa infastidire. E’ che credo molto nel lavoro che ho fatto e cerco di farlo conoscere coi pochi mezzi a disposizione!

Se ti venisse offerto un servizio di promozione del tuo libro, cosa vorresti che fosse? Un book trailer realizzato però con degli attori in carne e ossa… ho alcune idee che voglio capire se siano realizzabili.

Oltre al te scrittore c’è un’altra forma d’arte che ti ispira? Suoni, dipingi…? Direi di no, nel senso che a suonare sono negato, per non parlare del disegno… Non è una cosa di cui mi cruccio perché penso che ognuno abbia delle qualità specifiche e ci sono tanti musicisti e artisti che si esprimono in altre forme molto meglio di come potrei mai fare io!

Hai un blog? Se sì ti va di dirci dove e di cosa tratta? No, sto riportando tutte le reazioni e commenti sulla mia pagina Facebook personale.

Sei un rilettore di bozze/editor/revisore? No.

Quanto ti sei fatto aiutare da chi ti circondava per vedere realizzato Il diavolo dentro? Bè, ho un po’ rotto le balle a parenti e amici, ma di sicuro le persone che più mi hanno aiutato, in modo diverso, sono dei professionisti del settore: Edoardo Montolli, giornalista d’inchiesta che non ha bisogno di presentazioni che contattai tanto tempo fa per realizzare un’intervista, Paolo Grugni, un autore che mi ha dedicato il suo tempo e fornito preziosi consigli senza chiedere nulla in cambio, e Franco Forte, autore Mondadori, sceneggiatore e proprietario della Delos, a cui mi sono rivolto per capire se avessi qualche possibilità o meno. Mi ha aperto un mondo, ma ne avevo bisogno.

E-book o Cartaceo? E-book, ma si può scaricare senza problemi su qualsiasi supporto elettronico, anche smartphone.

Su cosa sei solito scrivere? Su PC.

Hai qualche rito particolare che fai prima di iniziare a scrivere, ad esempio ascolti della musica? No, preferisco scrivere la sera, al buio, senza distrazioni.

Come è nata la cover? L’editore mi ha inviato a un portale di immagini chiedendomi se ne trovassi qualcuna adatta. Quando ho visto quella che poi è diventata la copertina è scattata la scintilla perché è un’immagine che non mente, in cui vedo inquietudine e sofferenza.

Ti va di regalarci qualche notizia sulla tua prossima pubblicazione? Ci sto ancora lavorando e per ora mi dedico a questa!

Condividi con noi un estratto, che convinca anche il lettore più reticente ad acquistare il tuo libro…. Riporto le parole di Clara, nel finale del primo capitolo:

Sono passate due settimane. Mi rifiuto di mangiare. Mi stanno tutti addosso. Cosa ne possono sapere? Anche la prof a scuola continua a chiedermi come va, se ho bisogno di qualcosa. Come potrà mai andare? – Sa, quando esco di casa si fermano tutti e sento i loro occhi che mi scrutano. Mi manca Luca, che non c’è più e mi mancherà sempre. Non mi hanno neanche fatta andare al funerale. Sarebbe stato sconveniente. Come se mi sarebbe importato qualcosa di ciò che pensa la gente. In realtà non mi importa più niente, il mondo non ha più un senso. – Ma non posso dire ciò che penso e mi limito a un sorriso di circostanza.

La mamma sta stendendo sul balcone. Apro la porta di casa e salgo le scale. Arrivo all’ultimo piano. Il chiavistello per inibire l’accesso al terrazzo è rotto da anni e nessuno si è mai preoccupato di sistemarlo. Sono fuori. Ho i piedi nudi e sento la lamiera scottare. Non me ne importa nulla.

Guardo di sotto. Silenzio. Vedo una Ritmo azzurra svoltare l’angolo e avvicinarsi piano. Si infila a lisca di pesce poco oltre la mia posizione. Esce una signora bionda che prende dal baule dei sacchi che sembrano molto pesanti. Sale le scale del portone a fianco e scompare dalla mia vista.

Ci sono. Mi sfilo la vestaglia leggera. Sono nuda, sono pronta. Alzo lo sguardo verso l’orizzonte. Chiudo gli occhi e vedo Luca che mi sorride e mi tende la mano. Solo un passo e sono da lui. Mi lascio andare. Ormai non posso più tornare indietro, non voglio. E’ tutto chiaro.

Pubblicato da lisoladiskyeblog

Blog Letterario che promuove e pubblicizza autori italiani di ogni genere nato nel 2015