INTERVISTA #35 – VANNA IVONE

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Bentornati amici e amiche al venerdì in cui sfidiamo voi autori a mettervi in gioco con le nostre domande. Questa volta tocca a un’autrice nostra. 😉

VANNA IVONE

 

Ciao Vanna, benvenuta sull’isola di Skye. Grazie per averci dato l’occasione di conoscerti e porgerti qualche domanda. Iniziamo dalle domande di rito…

– Chi sei? Vanna, semplicemente.

– Quando te lo si chiede tu dai una risposta standard. Se dovessi osare, che cosa risponderesti a noi? Direi che ognuno di noi pensa di essere il suo passato, la storia che ha vissuto e gli eventi che l’hanno definito. “Sono un medico,” “Sono una madre,” “Sono un laureando in…”. Credo sia facile, nella società attuale, confondere il ruolo che ognuno riveste con l’anima, quasi non si fa più attenzione all’anima, all’essenza di ognuno. Ecco, se dovessi osare, direi che sono una donna, ma anche un’anima. Riconosco, insomma, la mia parte spirituale e la prendo in considerazione nella mia vita.

– La tua paura più grande in questo momento qual è? Partire da sola per un viaggio in centro o sud America. In realtà è una cosa che voglio fare, ma non ho ancora il coraggio di osare tanto.

– Descrivi te stesso attraverso:

un colore: verde smeraldo

un profumo: olio essenziale di gelsomino

un fiore: giglio bianco

un animale: un cavallo selvaggio

un luogo: una foresta

un libro: Donne che corrono coi lupi

una canzone: Creature di Elisa

– Ti è mai capitato di attraversare un periodo in cui ti sentivi smarrita? Come hai fatto a superarlo? Certo, e credo capiti a molte persone. L’ho attraversato vivendo pienamente ogni stato d’animo; a volte, forse, sono stata un po’ masochista, ma restare in superficie non fa per me. Le emozioni vanno vissute per essere trasformate in consapevolezza. Ho anche avuto accanto le persone giuste, una guida, un percorso di crescita e poi un ragazzo speciale, così la fiamma non si è mai spenta.

– La tua vita reale, il tuo lavoro, i tuoi passatemi e la tua famiglia come influiscono sulla tua scrittura? A volte sono d’ispirazione, altre mi stanno stretti. Spesso avverto la necessità di stare da sola con me stessa, magari in un bel posto come il mare, oppure dentro un bosco. Lì, nel silenzio, riesco ad ascoltare la mia voce più profonda.

– Chi ti sta intorno conosce questo tuo lato? Come si approcciano con la te scrittrice? Sì, tutti conoscono questa parte di me. Dopo ogni presentazione pubblica del mio primo libro mia madre dice di vedermi diversa, più sicura. Forse perché questo è quello che sento di dover fare, la mia missione insomma. Ma sono sempre io, non c’è tanta differenza tra la me di tutti i giorni e la scrittrice.

– Se potessi parlare con la te stessa del passato, quanto indietro andresti e cosa le diresti? Forse tornerei indietro di tre o quattro anni e le direi di non perdere tempo con qualcuno che non la merita, ma tutte abbiamo diritto a un folle amore impossibile, no!?

– Spesso nella scrittura c’è un’impronta che ci distingue dalla “massa”. Nella tua quale pensi sia? Non c’è un buono e un cattivo: ogni personaggio ha delle ferite che sta cercando di sanare; in alcune circostanze può comportarsi da “vittima” e in altre essere “carnefice”. Quindi non c’è un giudizio definitivo verso nessuno; la vita scorre, le emozioni anche e le azioni di ognuno si susseguono in questa danza, mentre il lettore può sentirle, quasi toccarle, ma con uno sguardo saggio, consapevole del tutto.

– Quello che hai scritto fino a oggi, ha un filo conduttore? Cosa accomuna tutte le tue opere? Senza farlo di proposito, ho scritto tre romanzi (l’ultimo lo sto terminando) in cui a essere sondata è l’immagine del femminile: prima la fanciulla, poi la donna e infine la strega; tre archetipi importanti. In più, in ogni libro, matura la consapevolezza dell’amore, la percezione dei sentimenti e la consapevolezza nel donarsi e aprirsi verso l’altro, verso il mondo. Non ho scritto una trilogia, sono tre storie a sé, ma sono intimamente legate da questo senso.

– Dopo aver pubblicato Ali di Sabbia, che progetti hai? Continuare a scrivere e pubblicare il terzo romanzo. Che brava, eh?! Mento. Una bella vacanza non sarebbe male! Da fuori può sembrare un hobby, ma farsi conoscere e promuovere un libro a volte può essere molto impegnativo.

– Sei una lettrice? Quali generi prediligi? Sì, adoro i romanzi di ogni genere, soprattutto quelli che raccontano storie vere, ma leggo anche molti saggi di psicologia oppure esoterici.

– C’è un libro che rileggeresti mille volte? Diversi. Tra i tanti “Il Profeta” di Kalil Gibran mi arricchisce ogni volta di più.

– Ti viene chiesto di incoraggiare un autore a diventare self… cosa gli diresti? Credi in te stesso, sii autentico, e anche gli altri crederanno in te. Ma non dimenticare di far prima leggere il libro da qualcuno in grado di scovare errori e sviste! Credo che ogni libro debba essere curato al meglio e scritto bene prima di ogni cosa, è un dovere verso i lettori.

– Un argomento spinoso attuale è l’uso di uno pseudonimo per pubblicare un genere diverso. Tu lo faresti? No. Mi basta avere una sola identità. È già abbastanza difficile da gestire!

– Hai trovato la leggendaria Lampada Magica. Quali sono i tuoi tre desideri? Se ve lo dico si avverano comunque?

– Che rapporto hai con gli animali? Ottimo, almeno con quelli addomesticati…

Adesso parliamo un po’ del tuo libro…

Titolo: Ali di Sabbia

Genere: romanzo

Pagine: 225

Formato: cartaceo

Dove lo si può acquistare (links):

Youcanprint: https://www.youcanprint.it/fiction/fiction-romantico-adulti/ali-di-sabbia-9788892679795.html
IBS: https://www.ibs.it/ali-di-sabbia-libro-vanna-ivone/e/9788892679795?inventoryId=85616081

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E su tutti gli altri principali stores online, oppure per autografo e segnalibro contattandomi sul mio sito https://vannaivone.wordpress.com/.

– Dicci in non più di dieci righe di cosa parla.

Attraverso l’incontro con un affascinante editor omosessuale, Nicla, studentessa di marketing e scrittrice in erba, sperimenta e racconta un’attrazione che la porta tra dune sabbiose, nel mezzo di una storia antica, quella della vasaia Amani e del soldato Kaamil.

Nella vita di tutti i giorni, però, non si va tanto in profondità, a sondare legami che uniscono le anime, più che le persone. È durante un corso di Dance Vitae, in un luogo protetto dall’insegnante Diana e accarezzato dalle melodie di Bergersen, che Nicla e il suo editor si scoprono e si riscoprono.

Ali di Sabbia è un romanzo di crescita e di trasformazione, in cui la relazione è al centro, con le sue infinite sfumature di ombra e luce. Le emozioni provate dai protagonisti, seppure contrastanti, aprono la strada a sentimenti capaci di travalicare lo spazio e il tempo, per riportare all’essenza.

– Com’è nata l’idea che ha dato vita a Ali di SabbiaPer un periodo sono stata ossessionata dal deserto: sognavo vasi di ceramica, dune e oasi, chiudevo gli occhi ascoltando la musica e vedevo sabbia dorata e soldati morti; così ho iniziato a scrivere di Amani e Kaamil, i protagonisti dei racconti di Nicla. Ho costellato la loro storia di simboli e significati che possono far riflettere chiunque sul senso della propria vita e delle proprie relazioni, poi sono giunta a Nicla e Corrado, che sono delle maschere, quelle che tutti spesso indossiamo.

– Com’è nato il titolo? Nel deserto, dopo una tempesta, un granello di sabbia può finire a chilometri di distanza da quello che prima gli stava accanto. Credo che lo stesso capiti nelle nostre vite. Spesso il destino irrompe senza bussare e ci sono parti di noi, emozioni, pensieri, certezze, che vengono sgretolate e disperse nel vento. Le ali sono la speranza, l’anelito al volo che ognuno sente, ma la sabbia è fatta di tanti granelli separati; eppure durante una tempesta, in quel momento, tutti vengono sollevati. Ali di Sabbia è un movimento, un soffio di vento, un momento di unione prima del caos.

– Perché la gente dovrebbe leggere il tuo libro e, come pensi che questa storia possa cambiare il mondo e le persone? Credo ci siano tanti modi di approcciarsi all’altro e d’intendere l’amore. Ali di Sabbia secondo me offre delle angolazioni e dei punti di vista differenti, nuovi, poiché suggerisce di guardare prima di tutto sé stessi e i propri limiti, senza dover sempre accusare l’altro.

– È il tuo libro di esordio o hai già pubblicato qualcos’altro? Ali di Sabbia è il mio secondo libro, nel dicembre 2015 ho pubblicato InEquilibrio con CSA Editrice.

– Perché proprio il genere romanzo di formazione? Perché credo sia molto reale, vicino alla vita di ognuno, quindi in grado di generare un cambiamento tangibile.

– Il personaggio principale di Ali di Sabbia è un essere umano o una creatura fantastica? Descrivicelo con 3 aggettivi.

Nicla è sensibile, a volte insicura, ma comunque ostinata.

– Durante la trama è consuetudine che il protagonista evolva. Se lo fa, in che modo avviene? Attraverso l’incontro e lo scontro con Corrado, Nicla scopre nuovi lati di sé e tocca con mano le sue ombre, perché sono le stesse dell’altro. L’evoluzione della vicenda e il dolore che prova la portano a smettere di colpevolizzare lui e ad aprire gli occhi su se stessa per approcciarsi alla vita e ai sentimenti in modo nuovo.

– Vive una storia d’amore? Sì, Nicla vive una storia d’amore dove però danzano le anime, prima che le persone.

– Se una mattina lei si svegliasse del sesso opposto quale sarebbe la prima cosa che farebbe? Credo che Nicla inizierebbe a urlare, soprattutto se dovesse somigliare a Corrado! Ama essere donna.

– Se si svegliasse animale (o se è un animale se si svegliasse uomo) cosa sarebbe e come reagirebbe? Se si svegliasse animale sarebbe diverso; gli animali non hanno la mente degli esseri umani. E quindi sarebbe, nel senso di essere, e basta. Sarebbe bello vederla volare come un’aquila tra le montagne e il cielo, libera.

– Quale sarebbe la prima cosa che ti direbbe se vi incontraste faccia a faccia? “Sei stata una stronza! Non ho ancora capito se ne è valsa la pena!”

– Perché hai scelto di ambientare la tua storia proprio in Puglia? Questi sono i luoghi che conosco, e quindi mi piaceva parlarne.

– Secondo te, parlando di libri fantasy, quanto incide la creazione di un mondo nuovo in una storia? Molto, credo si abbiano molti più elementi da valutare, a cui stare attenti, ma che ognuno di essi possa diventare poi un aggancio, un modo per far evolvere la storia.

– Oltre a scrivere Ali di Sabbia, ti sei cimentata nella promozione da sola? Hai fatto il book trailer, delle immagini con degli estratti, delle card o un blog tour? Sì, mi sto promuovendo da sola. Ho girato un book trailer con l’aiuto di amici dalle grandi doti artistiche e ne sono molto soddisfatta. La parte più bella è stata girare all’alba, in un lido paradisiaco di Monopoli: Marzà. Ho messo su Review my kisses di LeAnn Rimes e i due attori sembravano in estasi, è stato come avere davanti Nicla e Corrado. Un’emozione unica! In più ho realizzato delle immagini con degli estratti, delle card e i segnalibri.

 – Se ti venisse offerto un servizio di promozione del tuo libro, cosa vorresti che fosse? Un tour per presentarlo in diverse città, senza dubbio. Credo sia molto importante il contatto diretto con il pubblico.

 – Oltre alla te scrittrice c’è un’altra forma d’arte che ti ispira? Suoni, dipingi…? Dipingo, in effetti, oltre a disegnare e realizzare abiti.

– Hai un blog? Se sì ti va di dirci dove e di cosa tratta? Ho un blog: Vanna Ivone – WordPress ( https://vannaivone.wordpress.com/ ). Si tratta di un sito di presentazione, ma è anche un blog in cui inserisco recensioni di libri e articoli con riflessioni e intuizioni sul mondo che ci circonda.

– Sei una rilettrice di bozze/editor/revisore? Ancora no, ma è in programma.

– Quanto ti sei fatta aiutare da chi ti circondava per vedere realizzato Ali di SabbiaMi ha aiutata molto un corso di biodanza, una disciplina di cui parlo anche nel libro. La musica, la meditazione e la danza possono condurci nel nostro intimo e svelarci scenari che non avevamo considerato prima. Per questo devo ringraziare Marta che tiene il corso nel mio paese e tutti quelli che fanno parte del Cerchio.

– E-book o Cartaceo? Cartaceo, per ora. Ma non escludo l’e-book.

– Su cosa sei solita scrivere? Per ora prediligo il genere psicologico e introspettivo, di formazione.

– Hai qualche rito particolare che fai prima di iniziare a scrivere, ad esempio ascolti della musica? A dire il vero no. Scrivo quando sono fortemente ispirata, quando sento che devo farlo.

–  Come è nata la cover? Ispirazione anche quella. Una mattina sono tornata nella mia cameretta, a casa dei miei genitori e il tempo si è come fermato. Avevo lasciato lì i pennelli e i colori, così, mentre li prendevo, si è creata nella mia mente un’immagine, col deserto ovviamente, e non ho potuto fare a meno di dipingerla. Così è nato Tambù, il dipinto che poi ho scelto come cover del libro.

– Ti va di regalarci qualche notizia sulla tua prossima pubblicazione? Sto scrivendo la storia di Diana. Chi ha letto InEquilibrio, o leggerà Ali di Sabbia, sa di chi sto parlando.

– Condividi con noi una frase, che convinca anche il lettore più reticente ad acquistare il tuo libro….

Impossibile convincere chiunque. Ma… Non siamo noi, è l’amore che ci sceglie. E ci feconda. Nel corpo, nella mente oppure nell’anima.

<< Sdraiato sul letto, Corrado immagina il sorriso di Nicla distendersi tra le lentiggini del suo viso; ha labbra così soffici che potrebbero cullare ogni cosa, persino le sue ombre. La pensa e si tormenta. Si tormenta e la pensa. Non mi vorrà mai, e anche se mi volesse sarebbe tutto complicato. Perché sono tanto sbagliato? >>

 

Pubblicato da lisoladiskyeblog

Blog Letterario che promuove e pubblicizza autori italiani di ogni genere nato nel 2015