Intervista #23 – Romina Casagrande

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Bentornati amici e amiche al venerdì in cui sfidiamo voi autori a mettervi in gioco con le nostre domande. Questa volta abbiamo deciso di ospitare un’autrice davvero talentuosa che abbiamo scoperto grazie all’anteprima che ci ha fornito del suo nuovo libro. 😉

ROMINA CASAGRANDE

Ciao Romina, benvenuta sull’isola di Skye. Grazie per averci dato l’occasione di conoscerti e porgerti qualche domanda. Iniziamo…

Chi sei? Una persona molto disordinata nella vita, ma molto felice tra le sue cose scombinate.
La tua paura più grande in questo momento qual è?La paura di crescere… mmh forse è un po’ tardi…
Descrivi te stesso attraverso:

Colore: azzurro… voglia di mare!
Profumo: fiori di lavanda
Fiore: assolutamente non reciso!
Animale: tutti! Ma ho qualche difficoltà con i ragni.
Luogo: il “mio” castello, Castel Tirolo.
Libro: “Il tamburo di latta”, di Gunther Grass.
Una canzone: in questo preciso momento, Greta dei Negrita. Mi ricorda molto un personaggio del mio ultimo libro, Sofia. Anche lei cerca di scappare da un mondo «che non ha gravità».
Ti è mai capitato di attraversare un periodo in cui ti sentivi smarrita? Come hai fatto a superarlo? Sempre. Per ritrovare l’armonia ho bisogno della natura, di una passeggiata nei campi – sono molto fortunata perché l’Alto Adige è una terra meravigliosa, dalla natura mozzafiato – compagni a quattro zampe. Unica concessione: la mia musica preferita.
La tua vita reale, il tuo lavoro, i tuoi passatemi e la tua famiglia come influiscono sulla tua scrittura? La scrittura è un momento soltanto mio, in cui convergono tutti i miei mondi, quelli reali e quelli che lo sono meno. Tutti i miei sogni e tutte le mie ossessioni (la famiglia ringrazia).
Chi ti sta intorno conosce questo tuo lato? Come si approcciano con la te scrittrice?All’inizio, quando ho scritto il primo libro, la prima cosa che ho fatto dopo aver spento il computer è stato cercare uno pseudonimo. Vedevo la scrittura come qualcosa di intimo e molto personale, non volevo che la gente riconoscesse qualcosa di me nelle mie storie. Ma la città in cui vivo è piccola… Non amo molto, però, quel genere di persona che si presenta con il suo ultimo libro in mano o si autodefinisce scrittore.
Se potessi parlare con la te stessa del passato, quanto indietro andresti e cosa le diresti?Tornerei alla me stessa dei diciott’anni. Le direi che sono orgogliosa delle sue scelte e del suo coraggio, del suo entusiasmo. E delle sue intuizioni sul mondo…
Spesso nella scrittura c’è un’impronta che ci distingue dalla “massa”. Nella tua quale pensi sia? Ogni scrittura, se autentica e sincera, se non condizionata dalle mode del momento, ha in sé qualcosa di unico e speciale. E il lettore lo sente. Sarei molto felice se i miei lettori riconoscessero nella mia questa onestà.
Quello che hai scritto fino a oggi, ha un filo conduttore? Cosa accomuna tutte le tue opere? L’amore per le storie dimenticate o maltrattate dalla Storia – quella con la “S” maiuscola. Il fascino per il lato misterioso della vita e gli intrecci del destino. Per l’Arte e le passioni di cui è capace il cuore umano. L’imperfezione che rende l’uomo speciale.
Dopo aver pubblicato Lontano da te, che progetti hai? Continuare a raccontare storie è quello che amo di più! Sto lavorando molto a un progetto che riguarda un mio antenato, un artista piuttosto conosciuto nella mia città. Stiamo parlando di un’epoca che adoro, la fine dell’Ottocento, e di un progetto ambizioso che intreccia racconto familiare e fonti per far parlare le opere di questo uomo singolare, che non ho potuto conoscere, ma che ha segnato molto la storia della mia famiglia e la mia fantasia quando ero una bambina che si alzava in punta di piedi per guardare le statue di legno scolpite dalle sue mani. Statue di santi che parlano con gli animali della foresta e di creature mitologiche che si nascondono nei boschi.
E poi ci sono i nuovi libri e la voglia di continuare a far parlare artisti un po’ dimenticati, ma che avrebbero moltissimo da dire anche di questi tempi.

Sei una lettrice? Quali generi prediligi? Amo leggere generi molto differenti. Da Lansdale alla Ferrante, al fantasy, King.

C’è un libro che rileggeresti mille volte? Tutto il ciclo di Jordan, “La ruota del tempo”.
Ti viene chiesto di incoraggiare un autore a diventare self… cosa gli diresti?Di lavorare con umiltà, ma di credere nel proprio sogno. Mettersi alla prova, con serenità, accogliendo i giudizi come consigli per non smettere di crescere. Ho sempre temuto il self perché nel mio pensiero scrivere un libro e pubblicarlo era un’impresa titanica, di cui non mi sentivo capace. Avevo forse bisogno di qualcuno che mi dicesse “il tuo lavoro è valido, merita di uscire dal tuo cassetto.” Ammiro molto chi ha questo coraggio.

Un argomento spinoso attuale è l’uso di uno pseudonimo per pubblicare un genere diverso. Tu lo faresti? Da lettrice, trovo strano quando un autore che amo all’improvviso cambia genere. Ma è un’impressione totalmente sbagliata perché quell’ “all’improvviso” forse è il frutto di anni e di un percorso tortuoso. E poi perché in ciascuno di noi convivono tante anime differenti. Quando un artista non trova più la voglia di sperimentare è praticamente prossimo alla morte. Eppure i lettori faticano un po’ ad accogliere i cambiamenti di rotta repentini dopo che si sono creati un’idea. Io ho iniziato con il romanzo gotico, ho proseguito con lo storico e provato varie ibridazioni. Ma penso che ci sia coerenza nel mio percorso. Ho avuto la fortuna di trovare case editrici che mi hanno consentito di crescere nelle direzioni che sentivo più mie, in un percorso fluido, e così non ho dovuto tradire me stessa. Né inventare uno pseudonimo per rattoppare uno stacco.

Hai trovato la leggendaria Lampada Magica. Quali sono i tuoi tre desideri? Vivere in una casa con un enorme giardino tropicale per far svolazzare liberi i miei pappagalli; Imparare a suonare la chitarra elettrica; Fermare le cose esattamente a come sono ora.

Adesso parliamo un po’ del tuo libro…

Titolo: Lontano da te

Genere: Storia contemporanea con alcuni rimandi allo storico

Pagine: 200

Formato: solo cartaceo

Dove lo si può acquistare (links): è ordinabile in libreria e reperibile su ibs.it e Amazon
https://www.ibs.it/lontano-da-te-libro-romina-casagrande/e/9788868511319 https://www.amazon.it/Lontano-da-te-Romina-Casagrande/dp/8868511312/

Dicci in non più di dieci righe di cosa parla.

Lontano da te è una storia di sentimenti, sulla nostra capacità di perdonarci e sul percorso che a volte siamo costretti a intraprendere se vogliamo regolare i conti con un passato scomodo. Racconta di due sorelle, Sofia e Bianca, che non riescono più a parlarsi da una terribile notte d’estate, di cui Sofia serba il ricordo, e che le ha lasciato un segreto che non è in grado di confessare. E racconta di Moses, un sopravvissuto della Shoah, che ha invece trascorso l’intera vita a svelare il segreto che si nasconde dietro alla scomparsa della sua famiglia. Tutti loro, insieme ad altri personaggi misteriosi e alla deriva, si incontrano in un B&B sulle colline toscane. E ciascuno, a modo suo, è collegato a un quadro, l’Ophelia di Millais, di cui si racconta la storia attraverso finestre che svelano la passione tra la modella del quadro e il pittore di cui si innamorò tragicamente.

Com’è nata l’idea che ha dato vita a Lontano da te? è nata dall’amore per il quadro, che regge le fila della narrazione, da una canzone e dai miei sensi di colpa per un passato con cui non riuscivo a chiudere.

Com’è nato il titolo? Il titolo riprende il verso di una poesia scritta da Elizabeth Siddal, la modella del quadro di Millais.

Perché la gente dovrebbe leggere il tuo libro e, come pensi che questa storia possa cambiare il mondo e le persone? Forse le storie non possono cambiare il modo, oppure sì. Io sono sempre molto emozionata quando un lettore mi scrive che un mio romanzo lo ha aiutato a superare un momento difficile o lo ha costretto a mettersi a nudo. Sapere che chi legge si emoziona seguendo le vite dei personaggi che hai creato e che la tua storia unisce persone in carne ossa, chi l’ha scritta e chi la legge, è sempre un piccolo miracolo. Con “Lontano da te” sta succedendo. Credo, da lettrice, valga la pena leggere storie che possano emozionarci e le cui parole siano veicolo di sentimenti. Perché è un buon modo per riconoscerci e, a volte, scoprirci differenti.

È il tuo libro di esordio o hai già pubblicato qualcos’altro? È il mio settimo libro.

Il personaggio principale di Sogno di una notte è? È un essere umano o una creatura fantastica? Descrivicelo con 3 aggettivi.Il personaggio principale è Sofia, una ragazza costretta a guardare in faccia il proprio passato e a svelare i segreti che la hanno allontanato dalla sua famiglia e dalla sua terra. In questo Sofia è aiutata da Moses, un anziano sopravvissuto allo sterminio perpetrato dai Nazisti. È lui che la sprona ad avere coraggio e a non sottrarsi a questo percorso. Fino a quando accade qualcosa, nella vita di Moses, che lo porterà a mettere tutto in discussione. A quel punto, sarà Sofia a ricordargli quello che lui le ha insegnato.

Vive una storia d’amore?C’è più di una storia d’amore. Alcune complicate, alcune frutto di un errore o di debolezza. Con molti equivoci e alcuni ripensamenti.

Perché hai scelto di ambientare la tua storia proprio in Toscana? O, meglio, tra Londra e la Toscana. Perché è una regione che amo e in cui trascorro le mie vacanze. È stata anche la prima lunga vacanza con l’uomo che è diventato mio marito. Per questo, forse, ne ho vissuto ancora di più la magia.

Oltre a scrivere Lontano da te, ti sei cimentata nella promozione da sola? Hai fatto il book trailer, delle immagini con degli estratti, delle card o un blog tour? Ho la fortuna di essere supportata da una buona casa editrice, Arkadia, e di contare sulla collaborazione di persone davvero in gamba, vulcaniche e geniali.

Se ti venisse offerto un servizio di promozione del tuo libro, cosa vorresti che fosse?Un viaggio a Londra, nei luoghi di Elizabeth Siddal e Dante Gabriel Rossetti, per scattare qualche foto e sentire la loro presenza.

Oltre alla te scrittrice c’è un’altra forma d’arte che ti ispira? Suoni, dipingi…?Dipingo, amo l’arte. Ho molti amici artisti, pittori… mio marito è un bravissimo musicista… io purtroppo sono stonatissima e negata con il ritmo.

Hai un blog? Se sì ti va di dirci dove e di cosa tratta?Ho un sito, in cui è inserito il mio blog. Serve a contenere qualche stralcio di tutti i mondi contenuti nei miei libri. Occorre molto tempo per aggiornare con regolarità un blog. Purtroppo a volte lo devo trascurare, ma è un tipo di scrittura che mi piace, ti mette in contatto con i lettori e offre la possibilità di raccontare non solo il mondo che sta dentro a un romanzo, ma anche l’universo da cui quel romanzo è nato.

Sei una rilettrice di bozze/editor/revisore?Purtroppo no. Non mi piace neppure rileggermi.

Quanto ti sei fatta aiutare da chi ti circondava per vedere realizzato Lontano da te?Devo un grandissimo grazie a tutte le persone che hanno creduto e che credono nel mio lavoro. La scrittura mi ha dato l’opportunità di conoscere professionisti eccezionali, amici carissimi.

E-book o Cartaceo?Cartaceo, ma sono moto attratta dalle possibilità offerte dall’e-book.

Su cosa sei solita scrivere? Scrivo ovunque, ma raramente a mano.

Hai qualche rito particolare che fai prima di iniziare a scrivere, ad esempio ascolti della musica?In genere scrivo accompagnata da Clarissa, la più tranquilla fra i miei tre pappagalli, appisolata sulla mia spalla. E i miei due cani accucciati ai piedi. Credo che non potrei sentirmi meglio in nessun altro luogo. Sì, la musica è importante per immaginare un’atmosfera. La uso soprattutto nei momenti più critici o dove la narrazione si fa complicata e ho bisogno di maggiore inventiva.

Come è nata la cover? La cover è stata possibile grazie alla collaborazione con un’artista fantastica, una fotografa russa che avevo adocchiato da un po’ di tempo, Katerina Plotnikova. Quando le abbiamo chiesto la fotografia che ora si trova sulla cover e lei ha accettato, non riuscivo a crederci! È una persona gentilissima oltre che un’artista moto sensibile. Ringrazio il mio editore per avermi dato fiducia nella scelta.

Ti va di regalarci qualche notizia sulla tua prossima pubblicazione? Sarà la storia di una modella nella Parigi degli impressionisti. Una donna fragile e fortissima, dalla vita singolare. Una di quelle vite, dimenticate dalla Storia, che io amo.

Condividi con noi una frase, che convinca anche il lettore più reticente ad acquistare il tuo libro….
Bianca si sforzò di non pensare a quella mattina. Cancellò l’immagine di Sofia dalla sua mente. Raccolse le fotografie e le cartoline. Aprire la scatola era stata una pessima idea. La chiuse con forza, legandola con uno spago, e la ripose nel cassetto. Poi si tuffò sul letto con un sospiro. Mise la mano sotto il cuscino, dove aveva sentito lo scricchiolio, la sfilò delicatamente. E si ritrovò con il braccialetto di conchiglie tra le dita.
Lo stesso che aveva Sofia, il braccialetto che avevano comprato insieme quell’estate. Se ne era quasi dimenticata e ora se lo ritrovava lì, dopo tutto quel tempo. Un braccialetto dispettoso che non voleva restare chiuso in una scatola. Insieme a tutti i ricordi e al suo passato. Accarezzò la superficie lucida delle minuscole conchiglie. Erano bianche, perfette. Intaccate dal tempo.
E così sei tornata, Sofia.

Pubblicato da lisoladiskyeblog

Blog Letterario che promuove e pubblicizza autori italiani di ogni genere nato nel 2015