ANTEPRIMA – MASSIMO CRACCO

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L’anno continua e noi restiamo qui per VOI e per i nostri autori che sono sempre di più e sempre più bravi e capaci e naturalmente siamo sempre qui anche per farvi conoscere nuovi autori di grandissimo talento. Oggi vi presentiamo qualcosa di decisamente particolare da parte di un autore nuovo nuovo su sul blog.

IN TUTTE LE LIBRERIE E NEI BOOK STORE DIGITALI

MASSIMO CRACCO

IN

È disponibile in tutte le librerie e nei book store digitali “SENZA” il nuovo libro dell’autore veronese MASSIMO CRACCO pubblicato da Autori Riuniti nella collana I nasi lunghi.

Questo romanzo è un viaggio nel cuore oscuro di un’Italia di qualche decennio fa, in un contesto che oggi ritorna a inquietarci. È una discesa nel rifiuto viscerale di una società ipocrita. All’efficacia abbacinante della sua prosa, l’autore affianca una visione lucida fino all’estremo del saper stare al mondo oppure del volersene liberare.

Le quattro parti del libro sono tutte introdotte da un aforisma di Emil Cioran«Nella stesura del romanzo mi ha molto condizionato Cioran, il filosofo del nihilismo più estremo, ogni suo libro è una censura del mondo, un’esortazione alla fuga dal mondo, Cioran è il profeta dell’inutilità del vivere. – commenta l’autore – Amo questo filosofo perché collima con il mio modo di intendere la realtà».

“Senza” è candidato al Premio Comisso, Premio Città di Como, Premio Carver e Premio Cultura sotto il vulcano annesso al Festival del libro e della cultura Etnabook.

L’autore: Massimo Cracco, Verona 1965, maturità classica, matematico, ingegnere, studi di conservatorio, ghost writer per Atlantyca, editore dal 2009 al 2011 (Brillosto Ed.), ha pubblicato un romanzo breve per Scripta ed. (2015) ‘Restare senza un lavoro non è per sempre, e il romanzo Mimma, per Perrone Editore (marchio l’Erudita, 2017). Senza è il suo ultimo romanzo.

Titolo: Senza

Autore: Massimo Cracco

Genere: Narrativa

Editore: Autori Riuniti

Collana: I nasi lunghi

Anno: 2020

Pagine: 229

Codice ISBN: 9788831968058

QUARTA DI COPERTINA
Questo romanzo non può avere una quarta di copertina adeguata. È un viaggio tagliente nel cuore oscuro di
un periodo storico. E’ una discesa nel rifiuto viscerale di una società ipocrita. All’efficacia abbacinante della
sua prosa, l’autore affianca una visione lucida fino all’estremo del saper stare al mondo oppure del volersene liberare. In queste pagine non troverete solo un romanzo, ma un vero e proprio rito di passaggio che ogni
lettore dovrebbe tentare, almeno una volta nella vita.

INCIPIT

La foto in bianco e nero mostra una signora sulla sedia a rotelle, è paraplegica e felice, ha un sorriso di
contentezza, alla sua destra una donna ha il camice sbottonato e una mano in tasca, la scenografia è quella di
un ambulatorio medico. Ho conosciuto Chloe Jennings, americana dello Utah, nel 1982, a tredici anni, nella
foto lei ne aveva cinquantatré, è quella felicità fuori posto a farmi trovare il coraggio e la voglia di leggere
l’articolo del periodico spalancato sul tavolo della cucina. A quattro anni Chloe vede la zia ingessata, si è appena rotta il femore, da quel momento cambia tutto, inizia una specie di conflitto con le gambe, le sente inutili, un’appendice senza senso, vuole privarsene, le pensa tutte per metterle fuori uso, crescendo non cambia
idea, gli arti inferiori rimangono inutili reliquie, dopo anni di sofferenze, di visite psichiatriche che la certificano sana di mente, paga un chirurgo disposto a reciderle il midollo spinale per non fargliele più sentire. Con
le gambe soffriva troppo. Sotto la foto, una frase presa dall’intervista: le mie gambe non sono fatte per muoversi e lavorare.

Senza

Paolo è un ragazzino spaventato, non comprende il mondo e la sua violenza, vuole rimanerne fuori. Un
fatto di cronaca gli lascia un’indelebile impressione: Chloe Jennings, americana dello Utah, affetta da
B.I.I.D. (Body Integrity Identity Disorder), sempre più insofferente di avere e sentire le gambe, si è fatta recidere il midollo spinale. Chloe ora è felice. Paolo cresce, il suo temperamento ossessivo lo tiene avvinghiato
al caso Jennings, ne dà un’interpretazione coerente alla sua vocazione di perdente ed escluso: senza gambe,
la sua rinuncia diventerebbe definitiva, da fermo eviterebbe il contagio del mondo, l’idea di farsi amputare
cresce molesta.
Senza è la storia di un rifiuto, Senza è il Rifiuto della Storia rivendicato da un corpo.
Paolo, l’in-adattato, il perdente che rinuncia alla competizione, rigetta l’inferno della sopravvivenza, del pensiero collettivo, delle regole tramandate e delle coscienze mute per mettersi in ascolto delle proprie gambe
che lo sfiancano di implorazioni: tagliaci! è l’imperativo urlato da una fisiologia pensante. Se il raziocinio
non trova logiche di adattamento, è il corpo che si incarica di una risposta autonoma.

Pubblicato da lisoladiskyeblog

Blog Letterario che promuove e pubblicizza autori italiani di ogni genere nato nel 2015