3… 2… 1… Self Help – La Punteggiatura

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Benvenuti Isolani al nuovo appuntamento della rubrica dove potete interagire con Marika, una nostra amica ed editor free-lance che, ogni quindici giorni, ci guiderà alla scoperta del punti più ostici dell’editoria e della correzione di un manoscritto. Questa volta trattiamo uno dei grandi spauracchi di chi scrive e vuole rendere al meglio il proprio progetto…

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 8. La Punteggiatura

 

Quando penso alla punteggiatura mi viene sempre in mente questa frase: “Vado a mangiare nonna”. Manca qualcosa, non credete?

“Vado a mangiare, nonna”, suona meglio, non è vero?

Ebbene sì, la punteggiatura è fondamentale in ogni testo, che sia un racconto, un romanzo e sì, anche nella lista della spesa.

I segni della punteggiatura non sono molti, vediamoli assieme:

la virgola: divide due elementi di un elenco (mi servono una matita, una gomma, un foglio). Per separare una proposizione, come nell’esempio della nonna, per non far sembrare un cannibale il nipote. Dopo il Sì o il No (Sì, adoro il gelato. No, proprio non mi piace);

il punto: viene usato per separare due frasi, dette anche periodi, quando si fanno troppo lunghi o se, nella frase successiva, si parla d’altro. Viene usato anche come segno di abbreviazione, alla fine di una parola (Dott., Avv., Ing.) o al centro (Dott.ssa, Prof.ssa);

il punto e virgola: viene usato all’interno di periodi lunghi quando non si è ancora concluso il discorso ma serve uno stacco più lungo della virgola. Si usa anche come segno di interpunzione in un elenco puntato (come in questo post);

i due punti: si usano per chiarire dei punti, come nel post che state leggendo vengono messi per spiegare cosa c’è prima di essi, o una frase. Si possono usare anche al posto di una coniugazione (Non me ne voglio andare perché qui sto bene”, “Non me ne voglio andare: qui sto bene”). Un altro uso dei due punti è quello precedente ai caporali, o virgolette, nei discorsi diretti (Mario disse: «Adesso mangio una banana.»);

il punto di domanda: è uno dei punti più semplici da usare… per fare una domanda, appunto;

il punto esclamativo: viene usato quasi esclusivamente nei romanzi, per evidenziare uno stato di sorpresa, gioia, estasi o dolore;

i punti di sospensione: come dice il nome, si usano (in gruppi di tre e solo tre. Non due, né quattro) per dare un po’ di pathos al testo, oppure per lasciare in sospeso la fine di un discorso diretto («Se vuoi salire da me…»).

Punto, virgola e punto e virgola possono sembrare i più complessi da usare ma c’è un trucco: leggere ad alta voce quello che avete scritto, vedrete che così capirete quale segno di interpunzione va usato.

Non mi credete? Provateci…

Il consiglio di questa volta purtroppo finisce qui, come sempre la nostra amica ci da suggerimenti utili per migliorare i nostri scritti e ce li semplifica molto per farli facile, ma sentitevi liberi di scriverci se avete dei dubbi. La rubrica è aperta a tutti. Per contattare Marika potete scrivere qui sotto o mandarle una mail a marika022bernard@gmail.com

Ci rivediamo il 1 Aprile con una nuova puntata di “3…2…1… Self Help”

Pubblicato da lisoladiskyeblog

Blog Letterario che promuove e pubblicizza autori italiani di ogni genere nato nel 2015